Rassegna storica del Risorgimento
BALCANI ; 1859-1861 ; EUROPA ; VENEZIA
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1957
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816
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816 Angelo Tarn borra
armée et son attention . Per questo, preconizzando con particolare acume la situazione del *66, il conte Pourtalés, ministro di Prussia a Parigi, sostiene a Schleinitz die la réunion de la Vénétie eoit à une ligue, soit à une unite quelcouquc italiennc ne doit s'effcctuer qu'à l'epoque et à la faveur de la lotte qui ne manquera pas d'Sciater, un jour ou Pautre, entre la Prusse et l'Autriche au sujet de Vhegemonie en Allemagne . ')
In realtà, fra preoccupazioni interne e resistenze internazionali, il prò-blema di giungere ad un acquisto della Venezia con mezzi pacifici non compie un passo innanzi e, morto Cavour, viene consegnato insoluto ai suoi successori.
Come già nel '59, così nel 1861 la difficoltà è sempre quella di trovare un corrispettivo che sia accettabile dall'Austria.
In un riscatto in danaro io non conto, scrive Ricasoli a d'Azeglio, a Londra, il 24 giugno 1861. È un modo che un governo che si rispetti non accetterebbe mai ! Quando la soluzione debba esser pacifica, io non la vedo che in un compenso di territorio. Donde trarsi questo territorio equivalente alla Venezia ? . 2)
La risposta a questa domanda, che si pone il problema in termini veramente realistici e di dignità e correttezza internazionali, viene da un nomo, Isacco Artom, e da un ambiente quello dei più intimi collaboratori di Cavour che non potevano non ispirarsi a quella linea risorgimentale che dal Balbo attraverso tutta la classe dirigente subalpina giunge sino a Cavour. linea che vedeva una intima connessione fra Balcani e Italia, fra questione d'Oriente e questione italiana. Essa aveva trovato la sua più perfetta formulazione politica in quelle istruzioni confidenziali dettate da Cavour a Marcello Cerniti, ministro residente in missione speciale nei Balcani, il 18 settembre 1860, che così cominciano: Ella conosce, Signor Ministro, guanto siano numerose ed intime le connessioni esistenti fra la questione d'Oriente e la questione italiana. Ella non ignora altresì che dallo stato e dalle aspirazioni degli abitanti della valle del Danubio può dipendere almeno in parte che si compia con maggiore prontezza e migliore probabilità di buon esito V'impresa dell'acquisto deWindipendenza italiana. 3)
Isacco Artom, infatti, per molti anni segretario di Cavour e formatosi interamente alla sua scuola, aveva -seguito da vicino tutte le fila della politica danubiano balcanica del regno di Sardegna dall'appoggio all'unità romena alla collaborazione con i Magiari, dall'intesa aperta e fiduciosa con la Serbia degli Obrcnovié sino all'idea di una confederazione danubiano balcanica sempre contro l'Austria e per favorire dall'esterno il processo unitario nella Penisola italiana. Artom dunque, non senza tener presente gli interessi dell'Austria, la situazione generale dei Balcani e in particolare quella della Bosnia Erzegovina dove le rivolte dei Cristiani capeggiati da Luka Vukalovié sono una continua preoccupazione per la Turchia ed anche per l'Europa, individua proprio nella Bosnia Erzegovina la regione che potrebbe soddisfare l'interrogativo di Bettino Ricasoli. Così da Parigi dove si era recato come segretario dell'ambasciata straordinaria del conte Francesco
>) Die auste. Poi. Preustma, eh., voi. II, 1, 15 gennaio 1860, p. 108. 2) Lettere e documenti del Barone Botino Ricasoli, a cura di M. Tabarrini. e A. Golii. Fiwtoe, 1891, voi, VI, p. 27.
9) Archivio storico Ministero steri, Busta 120, Turchia.