Rassegna storica del Risorgimento

BALCANI ; 1859-1861 ; EUROPA ; VENEZIA
anno <1957>   pagina <818>
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818 Angelo Tamborra
dire assolutamente Garibaldi di fare qualsiasi movimento ostile all'Ungheria, perchè potrebbe questo decidere della sorte dell'Italia rovinandola, e facen­doci cadere nei lacci che ci tende Napoleone.1) Lo scambio con un terri­torio equivalente della Bosnia Erzegovina oltre che non indebolire l'Austria, l'avrebbe rafforzata, ne avrebbe concentrato le energie verso il Danubio e i Balcani. Si comprende quindi come una idea simile fosse fatta propria di li a pochi mesi, a Londra, dai dirigenti responsabili della politica inglese. In proposito Lord John Russell il 17 ottobre 1861 così scrive a Palmerston:
La Turchia potrebbe cedere l'Erzegovina all'Italia per cinque milioni di sterline, sollevando la Turchia da difficoltà finanziarie e da una damnosa pos-sessio. L'Italia potrebbe cedere l'Erzegovina all'Austria in cambio della Venezia. Noi potremmo cedere Zante e Cefalonia alla Grecia e Corfù all'Austria per assi­curarle i suoi possessi adriatici.
Subito, il 18 ottobre Palmerston cosi risponde:
L'accordo che voi suggerite secondo il quale la Turchia dovrebbe vendere l'Erzegovina all'Italia e l'Italia dovrebbe darla all'Austria in cambio della Ve­nezia, sarebbe ottimo, ma difficile a realizzare. La Turchia non sarebbe facil­mente persuasa a vendere l'Erzegovina e l'Austria non sarebbe maggiormente disposta a prendere questa provincia in cambio della Venezia, a cui attribuisce grande importanza militare. Io prevedo che l'Austria non cederà la Venezia sino a che non ne fosse costretta... da una sconfitta in guerra... La sommo, che voi citate come prezzo da darsi dall'Italia è forte, ma questa è una questione di dettaglio. 2)
L'irrigidimento dell'Austria che resiste alle pressioni inglesi3) e fa leva interamente sulla solidarietà degli stati della Confederazione germanica, im­pedisce lo scambio progettato fra la Venezia e la Bosnia Erzegovina. Tuttavia questa idea che si avvicina molto a voler vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso continua a rimanere nel circolo della diplomazia interna­zionale. Se ne parla ancora nel 1866 tanto che il Bosanski Viestnik di Sara­jevo vi si schiera contro, dopo che già nel '60-'61 essa non era dispiaciuta ai circoli liberali e radicali di Croazia i quali vedevano nell'avveramento di quel progetto il principio della formazione di una Slavia meridionale . *)
La guerra del '66 e la parziale annessione della Venezia fa giustizia di questo progetto.
Esso ha tuttavia un interesse e una importanza notevoli non tanto per la sua possibilità di attuazione, quanto per la sua intera aderenza ad una delle idee centrali del Risorgimento, quella che ricercava nella questione d'Oriente, sul Danubio e nei Balcani motivi ed appoggi per la soluzione della questione italiana nel suo complesso, ed anche di un problema particolare come quello della Venezia.
ANGELO TAMBORRA
1) Pubblicata da C. M. DE VECCHI ni VAL CtsiuoN, Paolo Solarolì a Londra nel dicembre 1860, in Rassegna storica del Risorgimento, 1934, IT, p. 1195.
2) Record Office, Londra, Russell Paper, PRO 30 22/14.
3) Nona pourront pcul-ctrc perdre la Véne tic mais uous ne la vendrona jamais, paa plus que l'Angleterre, memo ai on lui mettali le ooutean à la gorge, no consentirait à vendre Malte Gibraltar ou l'Irlande pour accender lei plana ou uatisfairc lo convoitiscs d'un perfide rivai . Apponyi a Palmerston, 2 gennaio 1861 in Die auno. Poi. Prelusene, cit II, 2, p. 101 nota.
*) Archivio Ministero Esteri, Busta 906, Sede Mista, Cesare Durando, console Sara­jevo, al Ministro, 12 giugno 1866.