Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <821>
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Daniele Manin e la municipalità nel marzo 1848 821
In casa Manin si decise allora d'inviare una deputazione al Palfly, per chiedere che venisse concessa l'istituzione della Guardia civica. La risposta fa negativa. Ma mentre il Morosini e il Fahris partivano per Milano, per chie­dere al Viceré l'autorizzazione, che il Governatore aveva creduto di non poter concedere,l) il Manin e i suoi convennero che si dovesse insistere per ottenere subito d'armare i cittadini. Si risolse allora di farne avanzare la richiesta dalla Congregazione Municipale, che col suo intervento avrebbe conferito all'istanza una certa veste di legalità.
H Podestà e gli assessori aderirono: ma li animava uno spirito opposto a crocilo del Manin. Per essi la Guardia civica doveva assolvere la funzione di prevenire altri disordini, sostituendo al temuto movimento popolare l'azione d'un organismo controllato e rientrante, bene o male, negli schemi della lega­lità. Così l'intendeva il Patriarca Monico, recandosi egli pure dal Palffy a sollecitarne la concessione, mentre sulla piazza avvenivano scontri cruenti tra popolo e truppa. Il Palffy autorizzò infine, in via affatto temporaria ed ecce­zionale, ad armare duecento cittadini, sotto la responsabilità della Congrega­zione municipale.
Il Manin, uscendo alla testa d'una delle prime pattuglie della Guardia civica, nello stesso pomeriggio del 18, raccomanda ancora al popolo l'ordine e la calma. 2) Per spingersi più. innanzi è necessario che la situazione sia più matura e, soprattutto, che la nuova istituzione abbia avuto il tempo di orga­nizzarsi e di rafforzarsi.
Ma, mentre nei giorni successivi gli elementi conservatori e riformisti facenti capo alla Municipalità, coadiuvati dal Patriarca, si sforzano di ripor­tare la situazione alla normalità, paghi dell'illusoria concessione d'una Costi­tuzione, il Manin si astiene ostentatamente dal collaborare con i municipali, dai cui fini e dai cui metodi diverge sempre più. nettamente. Quale parte egli abbia avuto nei giorni seguenti il 18, nell'organizzazione della Civica (che comunque restò almeno in buona parte sotto la sua influenza) 3) e quali siano sta ti i suoi rapporti con elementi italiani della marina (Paolucci, Salvini, Mai-nardi, Fincati, e altri), non mi pare sia stato finora sufficientemente appurato: certo non rimase inattivo, esercitando la sua influenza per mezzo di numerosi contatti diretti e indiretti, che data la loro natura erano circondati da stretto riserbo.4)
1) Si veda nelle Memorie del 18 marzo, l'interessante racconto, che lo stesso Morosini dettò al De Giorgi, dell'incontro tra la Commissione e il Governatore, e della missione che egli compi col Fabris presso il Viceré. La relazione dell'incontro dei due veneziani con l'arciduca E linieri è nn importante elemento per ricostruire il vasto quadro del Lombardo-Veneto in tem­pesta, e getta luce rivelatrice sullo stato d'animo delle autorità austriache.
2) CABAHTOI, Dettagli storici di Venezia - 1848, in Carte Manin, XIXl, 3798.
3) n colloquio del Manin con il primo aggiunto di polizia Strobach, attestato dal Degli Antoni (Ricordi, cit., p. 185 sg,)> non è confermato da altra fonte: in ogni caso deve riferirsi alla sera del 18, lo stesso giorno in cui il Manin una), come si è visto, con una pattuglia della Ci­vica. Un cenno alla partecipazione in) altra pattuglia, la aora del 19, si trova negli Appunti autografi di Daniele Manin, cit., poi niente altro: deche è lecito pensate che egli, superata la fase nuziale che aveva richiesto la sua personale presenza, non sia più intervenuto direttamente nell'attività della Civica, assorbito do più gravi compili, e forse per distinguersi senz'ombra di equivoco, dall'impostazione riformistica della Municipalità.
4) Daniele Manin intimo, cit., p. 216 sgg.; V. MARCHESI, Storia documentata della rivolo.-.ione e della difesa di Venezia negli anni 1848-49, Venezia, 1913, p. 110.