Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <823>
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Daniele Manin e la municipalità nel marzo 1848 823
Nel frattempo il Manin, deciso a promuovere l'insurrezione il giorno suc­cessivo, pose agli amici il problema nei suoi termini politici e militali. La sua audacia non riscosse molti consensi. I più giudicavano temerario un gesto di aperta ribellione alla sovranità austriaca, e, fosse timidezza o sfiducia nel popolo veneziano o spirito di conservazione, si pronunciarono per una solu­zione riformistica di tipo costituzionale, spingendosi tutt'al più fino all'ipo­tesi di un regno lombardo-veneto separato dall'Austria, ma sotto principe austriaco. Sulla prospettiva d'una soluzione repubblicana egli riuscì, sia pure a fatica e ripiegando sulla meno impegnativa formula di Viva S. Marco* a riscuotere infine il consenso di molti, ed ebbe anche l'equivoca adesione del­l'Avesani. *' Ma sul piano militare, che concentrava l'attenzione sull'Arse­nale, la cui occupazione avrebbe deciso del possesso della città, l'opposizione fu recisa. La proposta di passare subito all'azione la mattina del 22 non ottenne il consenso degli elementi più responsabili: il Mengaldo, coman­dante la Civica, e il Benvenuti, aiutante maggiore di battaglione, rifiu­tarono di prestare se stessi e i loro uomini a un'impresa, ch'essi giudica­vano follia.
La mattina del 22 sembra per un momento che i mezzi, pazientemente apprestati nei giorni precedenti, vengano meno al Manin nel momento deci­sivo, e già egli dispera e si prepara ad assistere impotente al fallimento della sua opera, quando l'Arsenale, che egli non aveva potuto conquistare dal­l'esterno, insorge con spontanea azione interna contro lo straniero. La pode­rosa spinta degli operai dell'Arsenale dà immediatamente l'avvio a tutte le forze ormai mature all'insurrezione, alla cui testa si pone risolutamente il Manin,pronto ad intervenire tempestivamente per dare alla disordinata esplo­sione del sentimento popolare una direzione ed una coscienza, con la parola galvanizzante e unificatrice di repubblica.
Dopo la conquista dell'Arsenale, dopo che la Civica aveva assunto prati­camente il controllo della città ed era già penetrata nel palazzo del Governo, dopo che la marina e le truppe si erano dimostrate in buona parte disposte a fraternizzare con gli insorti, dopo infine che il Mengaldo aveva già intimato la resa ad un Governatore ormai disposto a cedere, soltanto allora la com­missione municipale, fallito un ultimo tentativo di ricondurre il Manin alla collaborazione con i poteri costituiti,8) andò al palazzo del Governo a cogliere il facile frutto d'una vittoria non sua, tentando di defraudare le forze rivoluzionarie di quella soluzione repubblicana, da esse voluta e preparata.
Perciò il Governo provvisorio uscito dalla capitolazione era estraneo alla coscienza popolare, e resistè in vita meno di dodici ore: "sufficienti però ad
J) Documento IV. fi questo un altro aspetto dell'ambìguo comportamento dell'Avesani, prima, dorante e dopo la rivoluzione.
2) Verbale dello Giunta Municipale del 22 marzo, in H. CESSI, La capUoltuUm di Venezia del 22 mano 1848, Venezia, Ferrari, HH1I, p. 28 agg. Appreso l'ummulimimelilo dell'Arsenale, la Giunta mandò una Commissione in cerca del Manin, per tentare ancora trattative concilia-ixiei col Governatore. Quando si seppe che il Manin era passato all'azione, occupando l'Arse­nale, la Commissione torno sui suoi passi, e i municipali decisero soltanto allora di chiedere la capitolazione dell'autorità austriaca, ormai colpita da collasso, per prevenire la proclama­zione della Repubblica.