Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <824>
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824 Angelo Ventura
introdurre nel giovane organismo politico veneziano un vizio d'origine, che non tarderà a far sentire le sue conseguenze, quando il contrasto tra due opposte concezioni si riaccenderà sul vitale problema della forma politica.
ANGELO VEISTURÀ.
APPENDICE
I. MEMORIE DEL 18 MARZO 1848
II deputato centrale Pietro Fabris fu chiamato la mattina da Palffy che lo eccitava a suggerirgli che cosa credesse opportuno di fare per tranquillare il paese, al che il Fabris soggiunse che egli non avrebbe al momento saputo che cosa suggerire, né avrebbe assunto la responsabilità dei provvedimenti da darsi, soggiunse che era diretto per andare da Manin a consultarlo su ciò. Al che Palffy soggiunse, che aveva molto piacere di ciò, lo sollecitava ad andare da Manin e desiderava sentire il consiglio di lui.
Fabris allora si recò da Manin dove erano raccolte varie persone a consulta. Udito dal Fabris l'oggetto della sua venuta, convennero di mandare una depu­tazione al Governatore per chiedergli che venissero armati i cittadini per man­tenere Vordine. La deputazione era composta dei cittadini: avv. Liberale Fabris, Pietro Fabris deputato centrale, avv. B. Benvenuti, Monetti (notaio?), Leone Pincherle, Morosini Nicolò, avv. Mengaldo Angelo, J. Zennari...
Esposero al Governatore Poggetto della loro missione, gli dissero che veniva-no da casa Manin, dove molti più erano raccolti, che soltanto essi erano venuti per non essere in troppo numero, che Vopinione di Manin e degli altri, era che questo si fosse Punico mezzo per ridonare la tranquillità al paese.
Allora Palffy con grande insistenza sostenne che ciò sorpassava le sue attri' buzioni, né mai avrebbe potuto concedere tal cosa-
Taluno osservò al Governatore, che in circostanze così eccezionali e urgenti, era giocoforza uscire dall''ansietà in cui si era, e sorpassare anche le attribuzioni limitate che potevano solo bastare in circostanze ordinarie. (E da notare che il palazzo era presidiato come una fortezza, raddoppiate le sentinelle, a tutti i pia-nerottoli delle scale, chiusi i cancelli, P ingresso per una porta di fianco ove sta il guardaportone).
Palffy soggiunse che non era da allarmarsi tanto, che non gli sembrava cosi grave Ut condizione come era presentata* In seguito a ciò Morosini gli osservò che non poteva conciliare queste osservazioni del Palffy collo stato in cui era il palazzo di Governo: Quando noi siamo entrati qui ci parve di venire in una fortezza assediata . Allora Palffy soggiunse: Credono che queste forze siano aui perchè io abbia paura* Io non ho mai conosciuto la paura. Sono disposizioni date dal militare per garantire le casse pubbliche*. Allora il Morosini: E se il militare crede necessario difendere le casse pubbliche, non trova vostra Eccellenza ragionevole, che i cittadini pensino a garantire e difendere le casse private e le famiglie ? .