Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <832>
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832 Libri e periodici
serie di posizioni e di motivi della democrazia del triennio si riallaccia ideologica mente a posizioni e motivi dei secoli addietro che spesso ben poco hanno a che vedere con i pretesi motivi di classe. E con ciò ci guardiamo bene dal non voler calare individui ed avvenimenti del triennio e della sua preparazione nella realtà economica e sociale del tempo, ma solo invitare ad una più oculata valutazione di tale realtà e delle sue concrete possibilità d'incidenza. Da parte nostra, per esempio, riteniamo che il rifarsi a tale realtà sia più fecondo per individuare i limiti di molti aspetti dell'ideologia e della stessa politica democratica del triènnio che non per individuare sic et simpliciter tale ideologia e tale politica.
Nell'ambito romano, per esempio, solo muovendo da tali presupposti metodo­logici sarà possibile a nostro avviso individuare con chiarezza le varie componenti dello schieramento democratico repubblicano, comprendere la dialettica interna di esso ed i suoi rapporti con le grandi masse, contadine innanzi tutto, nonché l'atteg­giamento reale di queste ultime. Comprendere, per esempio, l'origine e le istanze politiche del blocco moderato, rappresentante sostanzialmente le limitate aspirazioni liberiste e liberali dei mercanti di campagna, dei commercianti ad essi legati e dell'inteZZig/ienzìa laica, su una posizione di rinnovamento e, per alcuni suoi ele­menti più decisi, di rivoluzione ben prima che i Francesi si affacciassero in Italia, ponchè i suoi successivi sfaldamenti, all'indomani dell'editto papale del 28 novem­bre 1797 (si tenga presente l'acuta analisi di E. Q. Visconti al Direttorio) e all'indo­mani dell'instaurazione della Repubblica. Allora molte altre cose appariranno chiare, anche la presunta incapacità della classe dirigente romana di trovare la forza di attuare una migliore ripartizione della proprietà agraria, che incapacità fu, ma di ben altra origine di quella che sembra ancora supporre il , determinata dallo strapotere sul governo (basti pensare alle assemblee e agli ultimatum ampiamente narratici dal Sala e dagli altri contemporanei) dei mercanti di campagna, tutt'altro che favorevoli, ovviamente, ad uno spezzettamento della grande proprietà. Ma com­prendere anche l'origine e le istanze, morali e religiose innanzi tutto, del gruppo democratico-cattolico, per il quale la democratizzazione dello Stato romano e la fine stessa del potere temporale non erano che strumenti per giungere ad una riforma morale della Chiesa si da renderla adeguata ai grandi compiti che la nuova situa­zione storica le imponeva. RENZ0 DE FEUCE
ALEXANDER HERZEN, From the Other Shore and the Russian People and Socialism, introduction by ISAIAH BERLIN; Londra, Weidenfeld and Nicolson, 1956, in 16, pp. xxxi-208. 15 s.
Gli scritti d'un pensatore e d'uno scrittore, come il grande rivoluzionario russo dell'Ottocento, si leggono sempre con grande profitto. Il presente volume com­prende, sotto il titolo From the other Shore una raccolta di saggi e di dialoghi scritti tra gli anni 1847 e 1851 e, sotto il titolo The Russian People and Socialism una lettera aperta a Julcs Michelet, contenente una appassionata difesa del popolo russo contro le accuse del grande storico francese.
Non ultimo pregio di questa edizione dei saggi di Herzen (la prima in lingua inglese) è la prefazione di Isaiah Berlin, ehe contiene dei cenni biografici e dei giudizi limpidi e sicuri sull'attività (politica e letteraria) e sul pensiero di Ales­sandro Herzen. GIUSEPPE LOCOBOTONDO
FRANCO VENTURI* '/ moto decabrista e i fratelli Poggio (Saggi, 204); Torino, Einaudi, 1956, in 8 pp. 172. L. 1000.
Dopo aver dedicato alcune interessanti pagine alle radici psicologiche ed ideo* logiche che legavano sottilmente il socialismo populista di Herzen al movimento decabrista (nell'opera //- populismo russo, Torino 1952, volume I, pp. 5-17) Franco