Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <834>
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Libri e periodivi
Lo etesso Venturi ha sottolineato nell'opera su // populismo russo come a suo giudizio, nella roncczione ehc della legge agraria ebbe il Pcstcl, Vnbscina non vi appariva più soltanto come una tradizione russa, ma come una risposta all'esperienza ormai fatta in occidente. Pestel non soltanto accettava le critiche del Sismondi alla società uscita dalla rivoluzione francese, e dalla rivoluzione indu­striale, ma tentava di rispondere con un progetto che ha già un suo carattere socialista . {Il populismo cit. p. 14).
Ih realtà saranno Herzen e l'amico decabrista Besutzev a ricavare, intorno al 1850 dalla concezione di Pestel quel germe di socialismo populista. Nel periodo in cui la Russkaja Pravda (la legge russa) fu elaborata da Pestel e discussa fra gli affiliati delle società segrete del sud e del nord, né Pestel né alcun altro forse pensò, né poteva pensare, che la proposta della liberazione dei contadini, offrendo loro la terra, assumesse il significato di una contrapposizione o una possibilità di­versa di sviluppo economico e di progresso civile, tendenzialmente socialista, rispetto allo sviluppo capitalistico maturato nell'Europa occidentale, come sarà poi per Herzen e Cerniccvskj. Si trattava più semplicemente dì trovare la risposta russa alle condizioni di difficoltà che c'erano in Russia a realizzare, insieme, la aboli­zione della feudalità e un progresso civile, anche dopo che si fosse verificato il rivolgimento politico e costituzionale.
Perciò su questo punto assai più persuasivamente il Venturi nel nuovo saggio caratterizza il programma di Pestel, come una concezione che aveva il suo punto di partenza nel giacobinismo , e pur recando chiare ed esplicite tracce della esperienza {atta durante quel trentennio che era ormai trascorso dal giorno in cui Robespierre era finito sulla ghigliottina , poneva capo all'idea di una dittatura come uno strumento rivoluzionario e insieme come un mezzo per evitare i mali e i disordini della rivoluzione (p. 83), condizione essenziale per dare inizio, sen­za scosse, ad una trasformazione dall'alto della società russa, per opera di un governo provvisorio di durata decennale, e soprattutto per procedere alla riparti­zione delle terre.
Sul punto della dittatura si avevano i contrasti più forti fra Pestel e gli affi-liuti delle altre società, e specialmente, nella Società del Nord, con Nikita Mu-raviev, che Ora sostenitore delle forme rappresentative per affermare gli ordina menti liberali costituzionali, e che si proponeva perciò di seguire l'esempio di Napoli, del Piemonte e soprattutto della Spagna. Nell'uno e nell'altro caso, pur tenendo conto delle particolarità russe, l'esempio dell'Europa occidentale era dun­que un punto di riferimento costante. Perciò anche nel considerare il significato del pronunciamento del dicembre, i decabristi sottolineavano di essere senza predecessori in Russia, e respingevano ogni confronto con la tradizione russa delle rivolle di palazzo. Là une revolution de sentii, un rivolgimento di un immondo cortigiano, una congiura dettata da interessi personali, qui una rivolta integrale di tutta la società scriverà Alessandro Poggio. E aggiungeva : Ho cercato nel passato (della Russia) dei modelli per noi, non li ho trovati.
Con la repressione del movimento e la condanna dei decabristi, nel pensiero dei quali l'eredità dell'assolutismo illuminato, i germi liberali, e quelli rivolu­zionari costituivano elementi sempre presenti di una sintesi che variava a seconda delle varie fasi di sviluppo e delle diverse personalità (p. 82) e che insieme por­tavano avanti Peuropeizzazione della Russia, per servirci di una espressione di E. Tarlè, il movimento sembrò spezzarsi definitivamente. E certo non sarà senza conseguenze, per l'avvenire delta Russia, che quel movimento di accostamento agli ideali liberali e democratici, che avevano origine sostanzialmente nell'Europa occidentale, fosse cosi duramente, stroncato. Quando mano a mano che passavano gli anni lunghi dell'esilio in Siberia, Alessandro Poggio andrà ricercando nel passato e nel presente della Russia la giustificazione del lungo silenzio in cui restò immersa per qualche tempo la vita rossa dopo il 1826, scriverà: Quali