Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; MANIN DANIELE
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1957
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Libri e periodici
il tentativo di evasione del recluso dallo Spielberg: tutte vivide testimonianze (e non son le sole!) della grande anima lombarda, il cui amore infinito per il con sorte, non sempre fedele, innalza nelle sfere più sublimi dell'eroismo. Meritevole di menzione è ancora il gruppo di lettere, quasi tutte Binora sconosciute, che il Gonfalonieri indirizzò, tra il *37 e il '40, ad Antonietta Fabri, a Giacinto di Gol-legno, al marchese e alla marchesa Arconati, a Margherita di Collegno, assai utili per conoscere quale fosse in realtà il suo vero stato d'animo nei primi anni del l'esilio.
Cosi, in virtù, di benemeriti studiosi (e agli scomparsi vada il nostro reverente ricordo) siamo oggidì in possesso di un'opera compiuta che si può ben chiamare monumentale, la quale, oltre a presentarci un quadro vasto e sicuro della situazione politica in Lombardia nel primo decennio dopo la caduta del regime napoleonico, ci mette in grado di valutare ormai serenamente, senza gli eccessi del passato, la personalità del Confalonieri.
Personalità invero più complessa che non si creda. Ebbe egli indubbiamente altissimo ingegno e larga cultura e prodigiosa memoria e carattere forte e risoluto; ma scarso abito, forse, di riflessione e poca conoscenza del cuore umano e, sovra tutto, soverchio concetto di sé, sicché peccò spesso di imprudenza, di leggerezza e fin anco d'ingenuità. La stessa polizia austriaca (e la cosa mi par degna di essere rilevata) sin dal novembre del '21 (Nota 3859 P. S.), osservava, con un certo stupore, come egli ostentasse i suoi principi senza riserva di circostanze e di persone . Il che spiega pure la sua audacia (così mi par si possa denominare) nello starsene imperterrito e tranquillo in Milano mentre la pubblica voce lo indicava come già in sospetto del governo quale capo di prossime sedizioni e gli amici più fidati lo consigliavano amorevolmente di rifugiarsi all'estero. Ma è particolarmente singolare che, arrestato, abbia affrontato un dibattito così -pericoloso senza nessuna conoscenza del codice austriaco e senza tener conto delle insidie che gli avrebbero giocato gli inquisitori, usi a ricorrere ai mezzi più spossanti, e talvolta inumani, pur di carpire dalla bocca degli inquisiti la verità. Ed in effetto l'edificio da lui artatamente creato per la sua difesa fu abbastanza facilmente distrutto dall'indagine acuta e martellante senza posa del Salvotti, non men loico di lui, cagionando, oltre tutto, la condanna di quegli stessi che egli volle fossero chiamati a testimoniare in suo favore. Strano, poi, e segnatamente impiegabile,, che si sia ostinato sino all'ultimo, sia pure tra ambagi, imprecisioni, tentennamenti e dubbi e proteste, di far credere ai giudici di aver conosciuto, sì, tutto il lavorio sotterraneo dei congiurati ma di non aver mai partecipato ai loro di-segni, di aver saputo anche i nomi dei federati e di aver anche a parecchi di essi comunicata la formula del giuramento senza per altro aver mai dato alla setta il suo nome e di aver persino a qualcuno (ad esempio, al Ducco) tenuto discorsi sulla federazione, ma all'unico scopo (frase codesta che non poteva non suscitare il riso dello scaltrissimo Salvotti) * di una preparazione perentoria dell'animo loro! . Il quale Salvotti nei fogli 307-361 dei Costituti (Risultato e voto) scrive ad un certo ponto (e non del tutto a torto) che era, a suo avviso, l'esempio del-!'inquisito un fenomeno nuovo, inconcepìbile di umana illusione; perchè, con l'accento * della più Ìntima persuasione , anche dopo la delazione del Castilli.i che aveva dato in mano alla polizia un'arma terribile per districare la ingrovigliata matassa della congiura e dopo la sua stessa confessione di aver scritto la lettera al San Mar/tino, la quale sarà di poi il capo dell'accusa, egli continuava a esprimere, quasi sfacciatamente, la sicurezza di ritornare nel seno della società non solo scevro di pena, ma innocente nel pieno possesso della sovrano riconoscenza, si da meritarsi una civica corona; e ciò proprio (aggiunge il Salvotti) mentre stanno per cadere sotto il rigor della legge tanti infelici che da lui solo o direttamente o indirettamente ripetono la loro sciagura. Nessun'altra ragione, afferma ancora il Salvotti, è possibile escogitare per tale comportamento se no