Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <841>
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lAtni e periodici 841
ebbe una profonda risonanza sullo spirito di Costanza). Non solo perchè aristo­cratici e amici dei cattolici belgi più in vista, ma particolarmente per l'appoggio dato ai patriotti riluttanti al predominio olandese essi si trovavano a Bruxelles in una situazione di favore. Convenivano a Gaesbeek gli entusiasti del Cousin e del Guizot e i seguaci del liberalismo del Globe, o, di quando in quando, per-sonaggi illustri (ma neanco codesto ricorda l'A.), quali il ministro d'Inghilterra Adair; il marchese di Landaun, uno dei capi del partito whig; il ministro del Belgio Van de Weyer; il ministrò degli Stati Uniti presso il Belgio Legare; il Qui net; il Fauricl e cosi via. Gli Arconati si recavano pure talvolta a Parigi, ove passavano qualche settimana in fraterna compagnia con i nostri esuli (il Vismara, il Rossi, lo Scalvini, l'Ugoni Camillo, il Sismondi, il Tommaseo) o si incontravano con stranieri animali da grandi simpatie per le aspirazioni italiane nei salotti della Belgioioso, i) della Mojon e della De Bourke. Stabile residenza per alcun tempo ebbero a Gaesbeek, tra gli altri, il Borsieri, l'Arrivabene, lo Scalvini, il Confa-lonieri. Il Berchet, come è noto, dal 1828 faceva con gli Arconati vita comune e sino alla morte rimarrà con loro.
Qualche contatto avevano pure i gaesbeekiani con il gruppo piemontese che stava anch'esso piuttosto a sé e che si appoggiava al Collegio Gaggia; ma su di esso l'A. non soddisfa punto la nostra viva curiosità. Di quali elementi e di quali tendenze politiche era propriamente formato? L'A. non dice altro che era capeggiato dal conte Bianco; ma il Bianco era un rivoluzionario, intimo del Mazzini e dal Mazzini tenuto sempre in alta considerazione; 2) aveva preso parte alla spe­dizione infelice della Savoia e contro il Ramorino, dopo la disfatta, aveva aspra, mente polemizzato sul giornale Europe centrale; era poi passalo a Malta, ove fondò la setta degli Apofasimeni , (di cui si occupò con la consueta perizia il Ghisalberti), e da Malta si era trasportato, ma non sappiamo precisamente quando, però prima del 1839, a Bruxelles, ove però dovette condurre giorni ben tristi (ivi i rivoluzionari erano tenuti, dice l'Arrivabene, come appcstati) se, nel 1843, si tolse la vita annegandosi. Secondo l'A., nel 1838 avrebbe anche lui tramato contro l'Imperatore d'Austria nell'occasione della sua incoronazione a Milano. Le allusioni sui proscritti piemontesi nel Belgio sono comunque molto vaghe: cosi egli cita il dottor Ravina senza altre indicazioni, e ci lascia in dubbio se non si tratti di quel Gravina Amedeo, nato nel 1788, che partecipò ai moti del '21 e che visse in esilio dal '21 al '48 e che fu poi deputato e Consigliere di Stato del nnovo Regno. Fu autore di molti scritti; tra l'altro, dei Canti d'Italia, che divennero presto popolari.
Notizie più sicure ci dà lo Sci ose ioli su altri due gruppi, i più numerosi: quello dei' meridionali (in prevalenza napoletani), guidati dal marchese Salvo, che era considerato come uno spione di diverse corti e che frequentava tutti i clubs e i convegni dei cospiratori italiani e stranieri a Bruxelles ed era inscritto a tutte le associazioni- patriottiche d'Europa ; ma in verità non era che un povero disgra­ziato, a detta dell'Ai come tanti esuli, pensoso delle sorti del nostro paese; e quello dei proscritti degli Stati romani, che si differenziavano da tutti per un senso più spiccato di odio anticlericale. Erano ben uniti nella stessa lotta, ma poiché pro­venivano da province diverse e appartenevano a disparate condizioni sociali erano per lo più tra di loro intolleranti e discordi; e non erano infrequenti le baruffo
D Sulla Belgioioso e sul suo salotto vedi, oltre il libro ben noto del Malvezzi, su questa rivista (1954) di Maria Marnilo di Condojanni La formazione politica della Belgioioso durante il suo esilio a Parigi.
2) Sui rapporti tra il Bianco e il Mazzini, oltre l'Epistolurio mazziniano, e utile consultare il buon lavoro di E. ARTOM, Un compagno di Menotti e di Mazzini: Angelo Usiglio (Modena, Società Tipografica modenese, 1949), con molti interessanti inediti.