Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <846>
immagine non disponibile

846
Libri e periodici
e diverso fu puro dal romanticismo gucrrazziano: fu, come disse il Tromba loro U, un tipo di romanticismo eroico e messianico, in cai le idee di unità di indipendenza di libertà acquistano un dinamismo insolito. Ma pare a me che più che romantico si potrebbe considerare il Mazzini un ultraromantico, perchè ebbe del romanti­cismo una conoscenza più vasta che non i romantici nostri (aveva famUiarìssimi i maggiori romantici stranieri), ma sovrattutto perchè al vero reale egli voleva si sostituisse il vero morale e nessuna opera giudicava artistica se fosse solo fondata sulla fantasia e non mirasse a promuovere deliberatamente il progresso umano. La vita è per noi nel futuro non nel passato ; codesta era la sua insegna fonda­mentale. Il genere letterario ideale per luì era il dramma, il più adatto a un intento elevato di educazione popolare. Le sue ampie pagine sulla storia del dramma, che il Foa illustra con viva penetrazione, son tra le sue migliori, anche se sono talvolta inquinate dalle insistenti prospettive critiche politico-religiose. Indubbiamente egli errò nel valutare il dramma moderno alla stregua della sua concezione profetica di una grande arte universale che sostituisse alla fatalità che soggioga , l'idea che leva in alto e nobilita e penetra nelle masse educan­dole ; cosi gli parve grande l'Alfieri per la sua anima sdegnosa, ma non altrettanto lodevole il suo teatro per non aver afferrato le linee del futuro ; e il più vasto -intelletto vivente chiamò il Goethe e compiuto colla energia di Micbc-1 angiolo il suo Faust, ma troppo sconsolato, perchè Faust è un genio, ma è solo , e soltanto nello Schiller, e soprattutto per il suo Don Carlos che la crìtica contemporanea ha definita delle sue tragedie la più fredda e artificiosa2), egli designò il poeta della Provvidenza e della speranza; a suo avviso, l'unico, che abbia presentito l'accordo tra l'individuo e il pensiero sociale, tra la libertà e la legge dell'universo . Tuttavia, poiché era provveduto di buon gusto, di fine sensi­bilità e di squisito acume, seppe spesso svincolarsi dalla tirannia della sua dottrina rigida e apocalittica e affidandosi unicamente al suo profondo sentimento umano si espresse con affermazioni che precorrono la crìtica desanctisiana. Alcune sue recise definizioni si potrebbero chiamare definitive: così, quando dichiara aperta­mente inferiori le cantiche e le tragedie del Pellico rispetto a Le mie prigioni, perchè tocchi patetici di semplicità e soavità frequente di versi non bastano a costituir dramma e poemi o quando giudica poeta d'affetti, di sensi delicati e di dolori pietosamente sopportati il Grossi, ma non fatto per le scene animate e complesse del romanzo storico o potente il Monti per espressione e vivacità d'immagini, ma povere per l'idea e per lo spirito. E quali osservazioni ricche di verità sui personaggi dello Shakespeare che hanno vita e moto come se escis sero dalle mani di Dio e sulle figure del Meftstofele e della Margherita del Goethe!. Allora, sì, il suo stile si fa limpido e luminoso mentre diviene monotono o simbolico od oscuro quando egli è invasato (e fu spessissimo!) dai concetti metafisici o indefiniti.
Tatto ciò ha ben visto e messo nel dovuto rilievo il compianto Foa (il quale fu, e mi par bene ricordare, per molti anni maestro coltissimo e amato nelle nostro scuole medio superiori e autore di altri brevi, ma succosi, studi letterari). La tardiva pubblicazione di questo libro non risponde soltanto al desiderio voluto dall'A. prìma del suo trapasso, ma ancor oggi, per la freschezza del dettato, per la felicità intuitiva, per la dovizia di precise e coerenti argomentazioni rappre­senta, soprattutto per la gioventù, cui in particolare si raccomanda, un valido strumento di proficua meditazione. j ClRAVBCNA
1) Nella atta Introduzione ai Memoriali dell'Ottocento - voi. 59 - tomo I della Letteratura italiana. Storia e testi . Milano-Napoli, Ricciardi, 1953.
2) Vedi il saggio del Croce Schiller, che fa parte ora della raccolta Poesia e non poesia , Bari, Laterza, 1950 (5* edizione)