Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; MANIN DANIELE
anno <1957>   pagina <852>
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852 Libri e periodici
l'opera del Santarelli, che è uno degli clementi più preparati della nuova leva degli storici marchigiani.
Il legame del Santarelli all'indirizzo storiografico inaugurato per le Marche dagli Spadoni, che nell'opera in esame è sottolineato anche da un saggio dedicato ai due storici maceratesi, è dato dal vivo interesse per i problemi economici, sociali e politici della popolazione marchigiana, dalla considerazione attenta e appassionata della sua situazione reale e dei suoi bisogni.
Ciò risulta evidente dagli argomenti delle precedenti ricerche storiche di am­biente marchigiano del Santarelli e dall'animus che le pervade: le fonti del movi* mento operaio, l'azione di Errico Malatesta e i moti del 1898, le origini del movi* mento contadino. *)
Risulta pure dalla notevole attività pubblicistica dell'autore e dall'essere egli il fondatore di quella Rassegna marchigiana, la rivista pubblicata in Ancona nel periodo 1948-50, che rappresentò l'unico tentativo di rinnovamento della cultura della regione in questo dopoguerra, che, almeno nei propositi, avrebbe dovuto svolgere quella funzione di egemonia culturale, cui aveva aspirato agli inizi del secolo la Rivista marchigiana illustrata, fondata a Roma nel 1906 da Giovanni Spadoni.
Quest'ultimo lavoro del Santarelli, il titolo lo dice chiaramente, non vuole essere un'opera sistematica e definitiva; è solo una raccolta di cinque saggi su mo­menti, figure e aspetti diversi del movimento operaio nelle Marche, tenuti però insie­me da un unico filo conduttore : il problema città e campagna , che, sotto l'aspetto politico che più interessa l'autore, si configura come la vicenda dei rapporti fra il movimento popolare contadino e quello urbano.
Tali rapporti che si iniziano in una situazione di contrasto giungono con il primo dopoguerra, cioè con il nascere del movimento comunista, a porsi almeno come programma (p. 129), su una base di alleanza degli operai e dei contadini, alleanza di fatto realizzatasi soltanto alla fine della seconda guerra mondiale, solo perchè in questo momento (anche se nel testo non è detto specificatamente) il Partito comunista è alla testa del movimento popolare rurale e cittadino: questa è la linea ideale che guida e percorre l'intera ricerca del Santarelli.
H primo saggio intitolato Città e campagna è senz'altro il più interessante. Esso mnove dall'esame della situazione economica e sociale post-unitaria ohe vede la città (Ancona), sede di una borghesia inquieta e insoddisfatta, ma in cui, come anche negli altri centri urbani, l'industria stenta a distaccarsi dalle sue origini artigiane, circondata da un mondo rurale soffocato dalla mezzadria, che contro ogni interesse economico viene conservata e sostenuta solo per mantenere l'ordine sociale. Li ciò si trovano per l'autore i germi e l'origine di quei contrasti nei rap­porti fra città e campagna che caratterizzano il movimento politico e sociale mar* chigiano. Continua poi parlando di tre episodi che costituiscono la preistoria del movimento operaio della regione, per giungere alla trattazione dell'azione socialista nelle campagne ed infine ad esaminare, sia pure sommariamente, l'atti­vità dei cattolici nell'organizzazione dei contadini sino all'esaurirsi dell'esperi­mento murriano e alle elezioni del 1913 che vedevano, attraverso la concessione del suffragio universale e il Patto Gentiloni, buona parte delle popolazioni rurali appoggiare i candidati dell'ordine, facendo regredire i partiti popolari dal 52 dei voti del 1909 al 33,3 .
Il secondo saggio è dedicato al poeta popolano pesarese Odoardo Giansanti detto U Pasqualon (1852-1932), una specie di cantastorie che nelle sue poesie esprime
) Vedi Una fonte del movimento operaio marchigiano. Il Martello di Fabriano-Jesi, in Movimento Operaio, settembre-dicembre 1953; L'azione di Errico Malatesta e i moti del 1898 ad Ancona, Ibidem, marzo-aprile 1954; Alle origini del movimento contadino nelle Marche, Ibidem, maggio-agosto 1955.