Rassegna storica del Risorgimento
CERACCHI GIUSEPPE ; GIACOBINI
anno
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1958
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pagina
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3
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FONTI E MEMORIE
RICERCHE STORICHE SUL GIACOBINISMO
ITALIANO -J,-
*,,, PASQUALE MATERA
Tra le molte figure che popolano il triennio 1796-1799 ed in genere il periodo rivoluzionario in Italia e che aspettano ancora di essere studiate, quella di Pasquale Matera non è certo una delle meno interessanti.
Senza balzare mai in primo piano essa appare, però, un pò* in tutti gli avvenimenti più importanti di quegli anni. A Napoli nel '92, a Roma e sulla rivière nel '93, nel Tirolo ed a Milano nel '97, ancora a Roma e poi a Torino Panno successivo, infine, di nuovo a Napoli, dove il Matera chiude la sua esistenza su una forca borbonica, nel '99. H suo nome appare nella corrispondenza ufficiale del Direttorio, in quella dei commissari e dei generali francesi in Italia. Attorno alla sua persona scoppiano conflitti tutt'altro che trascurabili tra il potere civile ed il potere militare, tra Italiani e Francesi. I giudizi su di lui variano da persona a persona: per alcuni è un eroe il Valerio del giacobinismo italiano per altri è un traditore, il e miserante Matera.
Eppure su di lui poco o nulla si sa. Per il Soriga è addirittura questo sconosciuto esule napoletano .*) Le poche paginette dedicategli, nelle Vite degl'Italiani benemeriti della Libertà e della Patria,2) da Mariano D'Ayala lasciano assolutamente insoddisfatti, contenendo oltre tutto alcune notevoli inesattezze. * Benedetto Croce *) che pur nella conoscenza del Matera non andava molto oltre il D'Ayala ebbe ad auspicare che di lui si facesse una biografia, riconoscendo così l'interesse del personaggio. s)
Con queste poche note non pretendiamo certo fare noi una tale biografia. Con esse non vogliamo che dare un rapido profilo del Matera, raccogliendo
t) R. SOKIGA, Le società segrete, L'emigrazione politica e i primi moti per l'indipendenza, Modena, 1942, p. 148.
2) M. D'AYALA, Vite degl'Italiani benemeriti della Libertà e della Patria uccisi dal carnefice, Tormo-Roma-Fircnze, 1883, pp. 376-81.
3) La più grave di tali inesattezze è senza dùbbio quella della presunta partecipazione del Matera alla congiura palermitana del Di Blasi del 1795. Secondo il D'Ayala (pp. cit., p. 377) in tale occasione il Matera sarebbe stato arrestato, torturato e poi rimesso in libertà. La notizia ripresa da M. ROSSI (Nuova luce risultante dai veri fatti avvenuti in Napoli pochi anni prima del 1799, Firenze, 1890, p. 204) e da B. CROCE (Vite di avventura, di fede e di passione, Bari, 1936, p. 362) è in netto contrasto con i fatti, come già ebbe a notare A. SIMIONI (Le origini del Risorgimento politico dell'Italia meridional*, H, Messina, s. d., p. 446). Non solo nulla di simile risulta dagli atti del processo Di Blasi, attentamente studiato sia da F. GOAIUMONE (La Sicilia nella rigenerazione politica d'Italia (1798-1860), Palermo, 1912) che da F. SCAlfDOSTB (Il giacobinismo in Sicilia (1792-1802), in Archivio storico siciliano, 1921, III-IV e 1922,1), ma al contrario si può affermare con sicurezza elio in tale epoca il Matera prestava servizio presso lo S. M. del gon. Labarpe nella zona delle Alpi marittime e della rivière.
4) B. CUOCE, Aneddoti di varia letteratura, HI, Bari, 1954, p. 818.
5) La biografia del Matera in Enciclopedia Biografica e Bibliografica Italiana, s. XLII, v. I, I martiri, a cura di F. ERCOLE, Milano, 1939, pp. 235-36, non porta alcun elemento nuovo rispetto agli stadi succitati.