Rassegna storica del Risorgimento
CERACCHI GIUSEPPE ; GIACOBINI
anno
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1958
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pagina
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7
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Ricerche storiche sul Giacobinismo italiano 7
la sostituzione del Biron, come sta a dimostrare la sua partecipazione unico italiano nel dicembre '94, ad una riunione organizzata dai rappresentanti Ritter e Turreau e da alcuni generali dell'Armata d'Italia per discutere il progetto di rivoluzione del mezzogiorno presentato dall'esule napoletano Antonio Belpusi.*)
Prendendo servizio nell'esercito francese (del quale da onesto momento divise sostanzialmente le sorti per tutta la vita, così da potersi ben vantare di aver seguito senza interruzione la marcia trionfale degli Eroi d'Italia ), Pasquale Matera non rinunciò alla diretta azione politica e per un eerto tempo a lui fecero capo gli esuli italiani e specialmente i meridionali sulla rivière. 2) Ciononostante, assorbito dai suoi nuovi doveri e sbattuto or qua or là, secondo le esigenze militari, venne lentamente allontanandosi dalla vera e propria politica attiva (con la missione ad Oneglia di F. Buonarroti, poi, anche la funzione di centro di raccolta degli esuli italiani passò rapidamente dalla persona del siracusano a quella, ben più significativa, del toscano), pur rimanendo uno dei tramiti come si vedrà dei repubblicani italiani presso i capi militari francesi, specialmente a mano a mano che sorgeva la stella dello Joubert col quale si era legato con vincoli di vera e stretta amicizia. Cosi, per esempio, probabilmente, non pubblicò mai più la piccola operetta della quale parla nella già ricordata lettera al Sauli. A noi almeno non è stato possibile trovarne traccia né menzione alcuna.
Ciò non significa per altro che egli cessasse di avere un ruolo politico preciso. Uno degli argomenti da approfondire maggiormente sarebbe appunto quello dei suoi rapporti del '93'94-'95-'96 con Agostino Robespierre, con il Ricord, con Filippo Buonarroti, con il Saliceti, figure tutte di primo piano in quel momento per quanto concerne l'elaborazione della politica rivoluzionaria verso l'Italia e con le quali egli fu in contatto, nonché con i maggiori esponenti del giacobinismo italiano. Si tratta di vedere, a nostro avviso, se egli ebbe un'influenza su di essi e, tramite loro, sull'elaborazione della linea politica del momento. Cosi per esempio, sarebbe da vedere la parte da lui avuta nei fatti di Alba. Come aiutante del Laharpe e per di più italiano direttamente o indirettamente egli ve ne ebbe certamente. 3) Non è da escludere anzi che egli abbia avuto parte nella redazione del noto manifesto del Laharpe del 27 aprile '96 alle comunità di Alba, Mondovì ed Acqui.*)
Quanto alla sua partecipazione agli avvenimenti militari di quegli anni pochi cenni basteranno. Sarà sufficiente ricordare che fece tutta la guerra delle Alpi marittime dal '93 al '96,s) dimostrando grande valore e capacità
' ) N. NICOUNI, op. cu., pp. 123-24.
z) N. CAI.VINI, La Liguria occidentale nell'epoca napoleonica, Bordighera, s. d., pp. 37-38; P. NORHA, La- magione del gen. Buenaparte a Genova nel 1794, in La Liguria nel Risorgimento, Genova, 1925, p. 40.
Per il giudizio del Buonarroti sagli esuli napoletani cfr. P. OKNJS, Filippo Buonarroti e i patrioti italiani dal 1794 al 1796* in Rivista storica italiana, 1937, II, p. 41.
8) Sarebbe innanzi tutto da vedere so il refugU napolitaln a coi allude il PCIIÌBSCTÌ e veramente il Vitaliaui o non piuttosto il Malora (A. SAITTA, Filippo Buonarroti. Contributi alla storia della sua vita è del suo pensiero, I, Roma, 1950. p. 10).
4) F. A. PXNKTXI, Storia militare del Piemonte, II, Torino, 1854, pp. 668-69.
5) L. KIIEBS-H. MORIS, Campagne dans les Alpes pendant la Revolution, Paris, 1891-95, 2 voli.; G. FADBY, Rapporta historique dot regimante de l'Armée d'Italie pendant la campagne de 1796-97, Paris, 1905.