Rassegna storica del Risorgimento

CERACCHI GIUSEPPE ; GIACOBINI
anno <1958>   pagina <12>
immagine non disponibile

12
Renzo De Felice
l'elemento più conservatore dell'Armata d'Italia e il fatto che avvenisse a danno del capo battaglione più anziano della legione e vecchio commilitone del Matera, Ordioni,l) ci sembrano due ulteriori prove di guanto da noi asserito sulla sostanza antigiacobina del caso.
Contro il provvedimento consolare il Matera al solito reagì in maniera duplice: da una parte sfidando a duello e ferendo il Souberain, 2) dall'altra chiedendo al Bremond un tribunale militare per discolparsi. 3)
H ministro della guerra arroccato dietro l'articolo 151 della costi­tuzione romana secondo cui il Consolato poteva dimettere qualsiasi uffi­ciale rifiutò *} e il Matera allora ricorse al comandante francese l'Armata di Roma, Saint-Cyr. In due lettere del 24 e 25 pratile 5) egli, definendo il provvedimento a suo carico un arbitrio ed un'orrìbile ingiustizia, che ledeva dato il suo precedente lungo servizio neWArmée l'onore dell'ufficialità francese, e il rifiuto del Bremond un'insolente risposta, assolutamente priva di fondamento perchè prima di applicare l'art. 151 il Consolato avrebbe dovuto farlo sottoporre a giudizio, chiese di essere sottoposto a giudizio di un tribunale francese, e ciò non per ricorrere contro il provvedimento del governo romano, ma per tutelare la sua onorabilità e poter riprendere ser­vizio nell'esercito francese. Il Sant-Cyr, che come molti altri ufficiali della sua armata (il Vial, il Dallemagne, ecc.) bene conosceva i precedenti e le capacità militari del Matera e che soprattutto doveva essersi reso subito conto che dietro il governo romano era la commissione civile francese con la quale egli era già in profondo disaccordo per altri motivi ben più impor­tanti, 6) accedette a tale richiesta nominando una commissione multare ad hoc. 7)
Questa, nonostante le pressioni dei commissari civili, si riunì il 22 giu­gno a palazzo Doria. Innanzi ad essa Pasquale Matera pronunciò una lunga, appassionata ed al tempo stesso amara autodifesa.8)
Con facilità ed esaurientemente egli confutò le accuse mossegli. Dimostrò come gli arbitrari congedi assoluti si riferissero ad ammalati, ragazzi, vecchi e inabili erroneamente arruolati; che non era vero che non avesse dato conto delle diserzioni; che tutti gli atti a lui addebitati rientravano in pieno nei suoi poteri; e che se qualche omissione o trascuratezza (nel controllo della parte amministrativa affidata al quartier mastro) vi era stata, non era asso­lutamente tale da comportare un provvedimento di destituzione. A propo­sito della famosa protesta per il soldo crediamo opportuno riportare qui il
i) II carattere persecutorio di questo provvedimento è chiaro. L'Ordioni, contro il quale non era possibile alcuna accusa specifica, aveva infatti spontaneamente previste e superate le obiezioni di ordine economico con le quali Ù ministero della guerra aveva giustificata la nomina dello Jablonoscld (efir. Arch. Su Roma* Lettera del capo di battaglione istruttore Or­dioni ai Consoli t in data 19 pratile VI).
2) A. GALIMBERTI, op. oit., alla data: del 9 luglio 1798.
3) Pièce relativa, Me. -eh., p 4. ivi.
3),i JWr pp. 6-7.
6) (rouviorr SAINT-GYKY Mómnìraa pour servir ò l'hUloiro militaire saus la Direetoìre, U Gmiulai et l'Empire, I, Paria, 1831, pp. 85-86; J. ffouKcnoT, Lea commissairos aux armSes le Direetaire, II, Furis, 1941, pp. 37-41. ?) Pièce* roìatiws, ecc. Oli., p. 8. 8) tvìt pp. 9-19.