Rassegna storica del Risorgimento

CERACCHI GIUSEPPE ; GIACOBINI
anno <1958>   pagina <16>
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Renzo De Felice
accusatori e non tanto perchè veniva da quel Direttorio che nemmeno sei mesi prima lo aveva condannato poiché Parigi non aveva ceduto che nel quadro ben più vasto dei suoi rapporti con lo Joubert quanto per l'uomo che l'aveva provocata. Pur considerando infatti gli stretti legami di amicizia e di riconoscenza che univano lo Joubert al Matera e le sue simpatie per l'ambiente unitario e giacobino italiano, ') chiunque conosceva il comandante in capo l'Armata d'Italia sapeva che esso mai sarebbe passato su certi suoi prìncipi di rigido repubblicanesimo. Mai egli avrebbe preso presso di sé, pro­tetto ed impiegato un uomo della cui moralità e del cui patriottismo non fosse stato pienamente sicuro. Non per nulla il direttore Merlin de Douai aveva detto di lui: Vous aimez à vous entourer de républicains sùrs, éprou-vés, et dont les principes patriotiques se soient manifestés dès 1789 .2)
Reintegrato nell'esercito francese Pasquale Matera rimase però poco presso lo S. M. del gen. Joubert. La campagna di Napoli e la liberazione della parte continentale del Regno lo chiamarono infatti di li a poco nel sud, più vicino alla sua terra natale. Nelle prime settimane del 1799 egli prese ser­vizio nell'Armata di Napoli del generale Championnet. Non escluderemmo che questo suo trasferimento fosse anche connesso con i progetti che in quei giorni si facevano e tra i patrioti italiani3) e allo S. M. del gen. Champion­net *) per uno sbarco in Sicilia. Se così fosse, sarebbe lecito pensare che in tutti quegli anni egli avesse mantenuto rapporti con il suo paese d'origine, come del resto fecero tutti gli altri più importanti giacobini siciliani; si pensi, per esempio, ad un Carmelo Guerra o ad un Giuseppe Timpanaro.
Giunto a Napoli però, ancora una volta, egli si spogliò della divisa fran­cese. La Repubblica Napoletana ai suoi inizi aveva bisogno di tutte le ener­gie dei suoi figli e, nonostante la triste esperienza romana, il Matera non volle venir meno al suo dovere: verso la fine d'aprile lasciò definitivamente il ser­vizio presso l'armata francese ponendosi a disposizione del governo repubbli­cano di Napoli.
Questi lo nominò generale e gli affidò l'organizzazione dell'esercito della Repubblica. Non però il comando: per questo gli fu preferito il Pignatelli, più moderato. Appena a Napoli, infatti, il Matera aveva riannodato subito i contatti con l'ambiente giacobino ed era divenuto assiduo frequentatore dei clubs cittadini, la Sala Patriottica e la Sala Popolare (dove, anzi, stando a quanto dicono il Fiorini ed il Lemmi, 5' primeggiava), cosa che non doveva riuscire troppo gradita al governo.
In pochissimi giorni *) egli dovette organizzare alla meglio quattro le­gioni (Sannita) Volturno Salentina, Lucana) creandole pressoché dal nulla e, in particolare, curandone la scelta degli ufficiali. Oltre a ciò fu nominato
1) E. CfiEviuEii, Le géntiral Joubert d'apre sa currespandance, Paris, 1884, p. 170; R. RO­MANO, V. Russo o gli estremisti dclln Repubblica Napoletana del 1799 in Atti dell'Accademia nazionale di Sciente morali e polidr.be di Napoli, 1952-53, p. 127.
2) E. CuEvniEn, op. eli., p. 158.
3) A. R. C DE SAINT-ALBUM, Championnet gSnfral dee urmées de la Rèpiiblique francante ou tee campognee de Hollande* de Rome et de Naples, Parli, 1862, pp. 306-310.
*) B. CROCE, La Rivoltinone napoletana del 1799, Bari, 1948, pp. 291-92. 5) V. Fioiuwi-F. LEMMI, Periodo napoleonico 1799-1814, Milano, B. d., p. 343. 0 SÌ veda il decreto di nomina in Proclami e suasioni della Repubblica Napoletana (a cura di C COLLETTA), Napoli, 1863, pp. 160-66 (in data 25 fiorile VII).