Rassegna storica del Risorgimento
CARLO ALBERTO RE DI SARDEGNA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATUTI
anno
<
1958
>
pagina
<
27
>
Lo statuto alberi-ino e Vawento del regime parlamentare 27
quali si è cercato di dimostrare il contrario, dopo che era avvenuta la definitiva trasformazione dello Stato da costituzionale in parlamentare
Ma la formula era destinata ad essere sorpassata nel momento stesso in cui venne enunciata.l) L'esigenza revisionistica si affermò subito. Non era dato pensare allo statuto come a qualche cosa di eterno e immutabile. Né era facile contenere la spinta che veniva dal basso. Le costituzioni del 1848 furono considerate dappertutto in Italia come un punto di partenza, là dove per i sovrani erano un punto di arrivo. Persino a Napoli, il paese politica'* mente meno maturo, si cominciò subito a parlare di svolgere lo statuto, e si posero con ciò i termini di quel conflitto che doveva concludersi tragica* mente il 15 maggio 1848.
Gli elementi per la trasformazione erano nello stesso statuto albertino. Sancire la irresponsabilità regia e al tempo stesso attribuire il governo esclusivamente al re, significava praticamente istituire un regime semiassoltito. La irresponsabilità del re traeva con sé sostanzialmente quella dei ministri. E al re e soltanto al re, che i ministri dovevano rispondere politicamente. Il re li nominava e poteva revocarli a suo arbitrio, in qualsiasi momento. Con ciò i ministri sarebbero stati niente altro che dei fedeb* segretari del sovrano, i diligenti esecutori dei suoi ordini, e la irresponsabilità del re avrebbe coperto la loro responsabilità. -Rimaneva si la responsabilità giuridica, penale e civile. Ma non era certo da considerare normale il caso di un ministro che si spingesse sino al reato o anche all'illecito civile.
Ma la camera aveva dei mezzi indiretti con i quali poteva esercitare una forte pressione sul governo. Per l'art. 10 dello statuto i bilanci dovevano essere approvati con legge. Nessuna spesa poteva fare il governo, né riscuotere le entrate, senza il consenso delle camere. Da questo potere del parlamento al controllo politico sul governo il passo è breve. Persino in Prussia il parlamento tentò di valersi dei suoi poteri finanziari e fu soltanto col ricorso all'aperta violazione della legge, che Bismarck riuscì a governare.
Sotto Carlo Alberto l'evoluzione costituzionale in senso democratico parve rapida, ma non si può dire che si stabilisse il governo parlamentare.
Sotto un certo aspetto si andò ancora più in là, perchè il principio stesso della graziosa concessione sovrana fu superato. La rivoluzione trionfante in Lombardia aveva posto le sue condizioni, e non aveva accettato lo statuto. L'8 maggio 1848 inaugurando in nome del re la prima legislatura del parlamento subalpino, il principe Eugenio di Carignano disse: Se avviene che la desiderata fusione con altre parti della penisola si compia, si promuoveranno quelle mutazioni nella legge che valgano a far grandeggiare i destini nostri . Era l'impegno solenne a rispettare i voti delle popolazioni. Col plebiscito dell'8 giugno 1848 per l'unione al regno di Sardegna, la Lombardia chiese l'assemblea costituente. E con la legge sarda dell'll luglio 1848, n. 747, si decretò che sarebbe stata convocata a suffragio universale una comune assemblea costituente col mandato di discutere e stabilire le basi e le forme di una monarchia costituzionale con la dinastia di Savoia ... in conformità
1) Subito, infatti, fu accolto il principio che lo statuto albertino era una legge provvisoria, da valere sino a quando l'assemblea costituente non avesse elaborato uno nuova costituzione.