Rassegna storica del Risorgimento

1917 ; SOCIALISMO
anno <1958>   pagina <70>
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Alberto Monticone
al convegno di Firenze, di immediata espulsione dal partito degli iscrìtti facenti parte dei comitati di mobilitazione e di ripresa dei contatti fra le varie sezioni italiane per decidere al più presto Fazione del proletariato per far cessare la guerra prima dell'inverno. Rinviata la rianione al 4 per i forti contrasti suscitati dalla proposta dei rigidi , alla ripresa dell'assemblea raccolse l'unanimità dei consensi un ordine del giorno presentato dalla Giudice e rispecchiante i deliberati di una riunione segreta, avvenuta a Firenze parai-lelamente a quella ufficiale del convegno fra i rappresentanti delle principali sezioni socialiste: tale ordine del giorno proponeva di costituire un comitato al di fuori della direzione del partito con lo scopo di opporsi ad essa mediante una attiva propaganda specialmente nelle provincie. Fra gli interventi nel corso della assemblea notiamo quello del Romita, che affermò dover il pros­simo congresso dare un preciso mandato ai parlamentari ed ancora quello della Giudice, che dichiarò che se il congresso avesse approvato la condotta della direzione del partito si sarebbe determinato un movimento separatista per imporre al governo la une della guerra. Un socio della sezione propose addirittura di far a meno di congressi e convegni e di stabilire senz'altro la data del primo ottobre per un movimento di piazza: la proposta non ebbe seguito, ma è un interessante sintomo dell'insofferenza diffusa nel proleta­riato torinese verso la guerra e della semplicistica convinzione che con una agitazione di piazza si sarebbe riusciti a farla terminare. *) Non s'intende con questo sottovalutare l'importanza e la pericolosità di un eventuale moto ben organizzato, ma soltanto notare l'impazienza e la fiducia riposta solo nell'azione che quella proposta conteneva.
Fin verso la metà del mese qualche riunione fu tenuta in circoli rionali, ma dalla documentazione in nostro possesso non risulta una qualsiasi parti­colare preparazione rivoluzionaria; due fatti invece nel corso di questo agosto meritano una attenta considerazione: la visita dei rappresentanti del Soviet in Italia ed a Torino in specie e la crisi del pane. Ci soffermiamo brevemente su di essi per valutare quale influsso possano aver avuto come cause dei moti.
È noto come quattro membri del congresso dei Soviet iniziarono nel luglio 1917 una tournée in Europa fra i paesi dell'Intesa per preparare il terreno alla conferenza internazionale di Stoccolma allo scopo di promuovere accordi fra i socialisti delle diverse nazioni per la formazione di una nuova internazionale e per avviare la conclusione della pace generale. Dopo una prima tappa a Stoccolma i quattro rappresentanti russi, definiti dallo stesso Clcmenceau argonauti della pace , Goldemberg, Russanoif, Smirnoff ed Ehrlick, visitarono l'Inghilterra e la Francia ed ai primi d'agosto si accin­gevano ad entrare in Italia. Già il 4 agosto i torinesi potevano leggere un am­pio servizio da Parigi di Domenico Russo su La Stampa,2) nel quale gli stessi delegati del Soviet intervistati spiegavano il significato e gli scopi del loro viaggio: essi in Italia speravano di poter parlare con i socialisti di tutte le tendenze, dichiaravano che i due paesi, Russia ed Italia, avevano comuni problemi da risolvere, in particolare la questione agraria, riaffermavano la
1) Sulle assemblee' del 2 e 4 agosto vedi il rapporto del prefetto, 8 agosto 1917, ACS, Guerra, b. 31.
2) D. Busso, Conversando coi delegati del ' Soviet in La Stampa, 2* ediz. 4-5 agosto 1917.