Rassegna storica del Risorgimento
1917 ; SOCIALISMO
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1958
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71
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Il socialismo torinese ed i fatti dell'agosto 1917 71
volontà del popolo russo di combattere contro il germancsimo. Dalle parole dei russi è abbastanza chiaro che essi vengono ancora come amici dell'Intesa, come rappresentanti di una rivoluzione che essi stessi definiscono democratica borghese; non 6ono certamente gli apostoli di quell'altra rivoluzione del proletariato predicata dai rigidi torinesi, anzi proprio nel luglio in Russia i leninisti sono stati temporaneamente ridotti all'impotenza. Comunque per gli operai della città piemontese essi sono dei russi, fanno parte di quel Soviet che ha cacciato lo zarismo e portano il saluto di una terra nella quale sono ora racchiuse le speranze dei rivoluzionari di tutta Europa: ad essi Torino prepara una grandiosa accoglienza.
Non seguiamo i russi nella loro visita nelle altre città italiane: sarebbe lungo enumerare gli incontri ed i discorsi dal loro arrivo a Roma il 6 agosto sino alla sosta a Torino il 13 attraverso Firenze, Bologna, Ravenna e Milano. E opportuno però notare come a Roma specialmente, ma anche altrove, essi furono ricevuti dai socialisti ufficiali e dai bissolatiani, dalla camera del lavoro socialista e da quella interventista, furono applauditi da uomini delle tendenze politiche più diverse; ciascuno nel fermento in corso in Russia vedeva un po' quello che desiderava, riversava le proprie inquietudini e le proprie speranze nella trasformazione in atto nel paese già degli zar, attendendosene quasi come la soluzione della tormentata ansia di rinnovamento del proprio tempo. Non che tutti si illudessero: c'era in fondo anche il desiderio da parte di taluni gruppi di non permettere che la rivoluzione russa fosse monopolizzata dai socialisti, da cui la necessità di trovarsi anch'essi in qualche modo concordi coi delegati del Soviet. È comunque indubbio che i socialisti ufficiali delle varie città presero spunto dalla venuta dei russi per compiere quasi una rassegna delle proprie forze, costrette dall'inizio della guerra ad operare in silenzio o a sfidare le repressioni di polizia. E naturalmente VAvanti! dedicò all'avvenimento il più ampio spazio possibile, di modo che i delegati russi giungevano a Torino preceduti da tutta una preparazione propagandistica.
In verità la città piemontese già prima del 13 aveva ospitato per alcune ore il Goldemberg il 5 agosto, avendo il russo perduto il treno che lo doveva portare a Roma; recatosi quindi alla sede socialista aveva tenuto all'improvvisato uditorio un breve discorso a cui aveva risposto il segretario della commissione esecutiva Romita, sottolineando le analogie e le differenze di programmi fra i rivoluzionari russi ed i socialisti italiani ed esaltando la forza e l'attività dei lavoratori torinesi. 2) Già in questa occasione si potè notare come i socialisti ufficiali piemontesi volessero riservare a se il compito di accogliere i russi, non tollerando manifestazioni di interventisti e la giornata del 13 ne diede poi piena dimostrazione.
La sezione socialista, la camera del lavoro, le organizzazioni operaie avevano mobilitato i propri iscritti tanto che la sera in corso Siccardi convenne un numero sì imponente di persone, calcolato a molte migliaia, che
1) X?Avanti! dedicava P8 agosto l'artìcolo di fondo alla venuta dei rappresentanti russi in Italia, il 9 dava un'ampia cronaca del loro soggiorno romano, 1*11 riferiva le manifestazioni tributate loro a Firenze, Ravenna e Bologna ed infine dedicava tutto la prima pagina dei numeri del 12 e 13 alla visita a Milano.
2) Avanti!, 6 agosto 1917; Goldemberg raggiungeva il 6 agosto a Roma i suoi compagni, dei quali due, RuHsanoff ed Ehrlick, il 7 sera anticipavano la loro partenza, chiamati in Inghilterra.