Rassegna storica del Risorgimento
1917 ; SOCIALISMO
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1958
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77
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n socialismo torinese ed i fatti dell'agosto 1917 77
sembra siano stati i primi a subire l'ira dei dimostranti, che si riversa poi su esercizi di vario genere, da alcune salumerie ed una tripperia in via 4 marzo a una calzoleria ed infine ad alcuni negozi di armi.1) Il movimento perde chiaramente il carattere di una protesta per ottenere un alimento necessario a tutti, e particolarmente a chi lavora, ed assume invece gli aspetti di una ben più vasta protesta contro il governo, contro le autorità, contro la guerra. Alla folla di operai spontaneamente accorsi alla camera del lavoro i dirigenti presenti, colti alla sprovvista non sanno o non vogliono dare precise direttive, ma, rendendosi conto della gravità della situazione, telegrafano tosto a Roma all'on. Morgari, notoriamente influente sulle masse, chiamandolo d'urgenza a Torino; frattanto agli operai radunati in comizio vien detto di tornare per sentire nuove notizie sulla situazione alimentare e per ricevere direttive. 2)
L'autorità di P. S. però, preoccupata della piega degli avvenimenti, arresta per misura preventiva il segretario della camera del lavoro e nella serata occupa con la forza i locali di corso Siccardi; le due misure dovevano poi rivelarsi controproducenti poiché, impedendo agli scioperanti di riunirsi nella sede delle loro associazioni e di ascoltare la parola dei dirigenti, cessava quasi completamente la possibilità di far compiere da traesti ultimi, qualora avessero accettato, un'opera di convinzione e di moderazione, mentre così la folla abbandonata a se stessa non poteva non essere suggestionata dalle parole di eccitamento alla ribellione tante volte udite, come abbiamo ampiamente documentato, negli ultimi tempi. Il ministro Orlando, al contrario, conscio dell'importanza in tali frangenti dei contatti coi dirigenti socialisti e sindacali telegrafava verso sera al prefetto di mantenersi appunto in rapporto con essi secondo una vecchia tattica giolittiana; il ministro tuttavia, assicurando che erano state date disposizioni per il rifornimento straordinario della città, si illudeva ancora che queste potessero contenere il movimento in atto. 3) Il segretario della federazione metallurgici Buozzi aveva, poco dopo l'occupazione, chiesto al prefetto lo sgombero della camera del lavoro proprio per comunicare agli operai che al pane si era provveduto, ma era ormai troppo tardi e già le vie echeggiavano di spari d'arma da fuoco e si vedevano cadere i primi feriti.
Al mattino seguente sciopero generale. Le panetterie funzionano regolarmente: ciò nonostante gli scioperanti si abbandonano ben presto a devastazioni di ogni genere, mentre il prefetto, alle ore 8,30, richiede al comandante il corpo d'armata gen. Sartirana di assumere la tutela dell'ordine pubblico. *) I fatti che si svolgono durante tutta la giornata costituiscono già una vera e propria sommossa, anche se il culmine della violenza verrà raggiunto solo il giorno seguente, venerdì 24.
Il mattino del 23 dunque astensione dal lavoro: gran parte degli operai della Fiat entra nelle officine, per uscirne poi su invito di gruppi rimasti
1) Cronaca, eh., p. 659.
2) Nella camera del lavoro vi sarebbero state 800 persone, mentre fnorì altre duemila attendevano le decisioni (ÀCS, Guerra, b. 31, telefonata del prefetto, ore 23,40 del 22 agosto). Sull'invito a tornare vedi Processo, fase. IV bis, p. 57.
3) ACS, Guerra, b. 31, telegramma del ministro Orlando al prefetto, ore 19,45 del 22 agosto.
*) ACS, Guerra, b. 31, telefonata del prefetto, ore 9 del 23 agosto.