Rassegna storica del Risorgimento

1917 ; SOCIALISMO
anno <1958>   pagina <80>
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Alberto Monticane
Ci troviamo infatti già di fronte al fenomeno dell'odio della massa operaia verso l'ufficiale, guardato come il rappresentante della borghesia alla quale si addossano le colpe della guerra ed i mali della società contemporanea. D'altra parte è sintomatico come io. uno degli episodi più gravi della mattina del 23 agosto, l'incendio della chiesa S. Bernardino alla barriera S. Paolo, contro i dimostranti non sparò solo la forza pubblica, ma colpi furono esplosi dagli angoli delle vie e dalle finestre da semplici cittadini;l) senza sopra­valutare un episodio isolato si può notare questo inizio di reazione da parte della borghesia cittadina di fronte agli eccessi della massa operaia.
Nel pomeriggio riprendono numerosi gli scontri fra polizia e dimostranti: due caserme delle guardie di città vengono attaccate, quella della barriera di Milano e quella dell'Aurora, ed in ambedue i casi gli assaliti si difendono colle armi; altre barricate sono iniziate in vari punti e presto distrutte dopo cariche di truppa a cavallo; via Garibaldi, piazza Statuto e corso Vercelli sono teatro di tafferugli, anzi di veri combattimenti con feriti da ambe le parti e purtroppo anche qualche morto. Nel primo pomeriggio un'altra chiesa, quella della Pace alla barriera di Milano, è data alle fiamme dalla folla ecci­tata.
Alla sera facendo il bilancio della giornata il comando dei carabinieri di Torino e la prefettura devono comunicare a Roma che 7 dimostranti risultano uccisi e 37 ricoverati negli ospedali; tra la forza pubblica si lamenta la morte di un sottotenente d'artiglieria ed il ferimento di diversi militari ed agenti. Circa 200 sono gli operai arrestati. 2>
Sempre nella serata il prefetto Verdinois ha un lungo colloquio con l'on. Morgari rientrato in Torino; al colloquio presero poi parte anche ring. Romita ed il corrispondente torinese dell'ovanti! Gaietto. Al termine della conversazione il prefetto telefonava a Roma informando che specialmente l'on. Morgari gli era sembrato animato da buone disposizioni. 3) Nella gior­nata frattanto la notizia dei moti era stata portata a Milano, mentre verso sera anche l'on. Casalini, che si trovava in villeggiatura in vai d'Aosta, veni­va, come si è già detto, chiamato telegraficamente a Torino. I dirigenti socia­listi della parte non estremista non appoggiano né sconfessano il movimento; pur oltrepassando i limiti che essi credono di dover rispettare nel gioco poli­tico, questi moti vengono tuttavia ad appoggiare la loro fiera avversione alla guerra, recentemente proclamata da tutto il partito; chi invece tenta di incanalare la lotta per continuarla è la frazione dei rigidi , tanto è vero che al mattino successivo, venerdì 24, appare sui muri cittadini un manife­stino stampato alla macchia con gli stessi tipi e la stessa carta di quelli soliti delle commissioni esecutive incitante a continuare lo sciopero. Eccone il testo:
1) Parlando con Roma, al telefono alle ore 16,15 del 23 agosto il prefetto circa l'incendio di S. Bernardino dice: Sulla fidila fu sparato anche dalle finestre e dagli angoli delle vie; ed alla richiesta di Roma circa l'identità di chi aveva così sparato aggiunge: Vuol dire ohe qualcuno, che ha visto questa folla che cercava di bruciare la chiesa ha preso le parti dell'or­dine pubblico, e ha sparato (ACS, Guerra, b. 31).
2) ACS, Guerra, b. 31, telefonata del prefetto, ore 0,50 dol 24 agosto; telegramma del comando carabinieri, ore 1,30 del 24 agosto
3) La già citata telefonata del prefetto delle ore 0,50 del 24 agosto, ACS, Guerra, fa. 31.