Rassegna storica del Risorgimento
1917 ; SOCIALISMO
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1958
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85
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Il socialismo torinese ed i fatti dell'agosto 1917 85
fossero tra loro poliziotti travestiti, mentre indicava in quattro il numero dei morti, l> numero confermato da un protagonista dell'episodio, il quale però afferma si disse, in seguito, che si trattava di poliziotti travestiti, il che non è affatto da escludersi. Nel rapporto del prefetto a poche ore dallo scontro si parla di alpini e si dice che un dimostrante fu ucciso e una decina feriti;2) a noi pare più attendibile che si trattasse effettivamente di alpini, data l'evidente origine della voce che li indicava come poliziotti, mentre pare che più di un dimostrante abbia perduto la vita.
Abbiamo comunque citato questo episodio per documentare la difficoltà di sceverare la verità nei singoli particolari e soprattutto per venire a chiarire un aspetto controverso di questi moti: si è detto che spesso gli alpini impiegati nei fatti di Torino in servizio di ordine pubblico, essendo reclutati per lo più in Piemonte e in classi anziane, abbiano ceduto spontaneamente le armi ai rivoltosi ed abbiano con loro fraternizzato, e si mette quindi questo fatto in connessione con la depressione dello spirito dell'esercito e la propaganda socialista in esso sviluppata. s) Dalle fonti a nostra disposizione, che comprendono le comunicazioni rìservatissime fra autorità locali e centrali, non risulta che la truppa impiegata durante i disordini abbia ceduto spontaneamente le armi: abbiamo bensì notizia di episodi in cui i soldati furono disarmati, ma nessuna affermazione positiva di frater-nizzazione, e la segretezza dei dispacci avrebbe pur permesso di dirlo. *) Al contrario, mentre fonti posteriori per esaltare l'unione di spiriti fra soldati ed operai parlano di volontaria cessione delle armi da parte di gruppi di soldati, proprio una fonte non sospetta per questo aspetto, ossia il già citato Grido del Popolo del 1 settembre censurato, afferma chiaramente: Poliziotti e carabinieri furono feroci. Dei soldati risulta che molti spararono in aria, ma molti spararono sulla folla; nessuno passò dalla parte dei dimostranti. Questa versione ci viene ulteriormente confermata dallo stesso Gramsci in uno scritto del 1920 in cui parlando della sconfitta degli operai torinesi nell'agosto 1917 dichiara: e Invano avevano sperato nell'appoggio dei soldati; i soldati si lasciarono trarre in inganno dalla insinuazione che la rivolta fosse stata provocata dai tedeschi . 5) Le dichiarazioni del Grido ci pare corrispon
di Le cinque giornate del proletariato torinese. Bozza dì stampa senza indicazioni, ma appartenente al Grido del Popolo, censurato, del 25 gosto-1 settembre 1917 (Biblioteca Cìvica di Tornio, 34-LB-]8; altra copia è agli atti nel Processo),
2) ACS, Guerra, b. 31, telefonata del prefetto, ore 20,30 del 25 agosto.
3) La Cronaca riferisce di più episodi in cui gli alpini avrebbero fraternizzato nel corso del giorno 24: Infine avvenne l'episodio che suscitò la più larga ondata di entusiasmo. Un intero reparto di alpini ricevuto l'ordine dì sparare, dopo un momento di esitazione, consegnò i fucili agli operai (p. 661). E più oltre: Si ebbero allora sì era nel pomeriggio del venerdìgli episodi pia seri. Gli alpini avevano ceduto le armi alla Barriera di Milano, sul eorso Ponte Mosca (p. 662). Secondo un'altra fonte nel borgo S. Paolo Verso le tre del pomeriggio sempre del venerdì la truppa intervenne e In folla applaudi. Gli alpini fraternizzarono con la massa che li applaudiva e passò loro pure delle anni (VOLP., Alcuni particolari dei fatti di Torino, Agosto 1917, in Lo Stato Operaio, a. I, n. 9-10 (nov.-dic. 1927), p. 1097: trattasi però di fonte assai infida per l'imprecisione e la evidente faziosità di diverse sue affermazioni).
4) Notizie su truppe disarmate da rivoltosi nelle telefonate del prefetto delle ore 8,45 e 12,30 del 24 agosto e nei telegrammi del comando carabinieri, ore 2 del 25 agosto ed ore 1 del 26 (ACS, Guerra, b. 31).
fi) A. GRAMSCI, // movimento comunista torinese, cii., p. 644.