Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECHE ; FALZACAPPA RUGGIERO (FONDO) ; CATALOGHI
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1958
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122 Libri e periodici
una ricca borghesia mercantile, con generale beneficio. Dal mercantilismo e dall'amor di lucro, attraverso le molte contraddizioni dell'utilitarismo ristretto o indifferente si svilupparono il liberismo e il cosmopolitismo e quella Trieste che, nel secolo successivo, fu ricca, attiva, nota in tutto il mondo*.
La nuova società nasceva fortemente classista, e i poveri erano in continui) bilico tra lavoro e accattonaggio, soffrivano dell'intraprendenza senza scrupoli, giacevano ignoranti, indifesi, malamente assistiti da istituzioni caritative quali l'Ospedale e l'Istituto dei Poveri. Gli interessi privilegiati della borghesia erano sostenuti dal Governo e dalla Chiesa, cosicché ai ceti subalterni incolti e disorganizzati non rimaneva che il ricorso .a tumulti, quando certi loro diritti acquisiti venivano violati, mentre erano incapaci di rivendicare altri più sostanziali diritti. Solo durante la prima breve occupazione francese, i tumulti popolari contro l'oceu-patore sembrarono assumere la parvenza di rivendicazioni economiche contro i signori. Però Francesi ed Austriaci furono concordi nel troncare sul nascere ogni velleità rivoluzionaria del genere ed ebbero facilmente ragione della plebe maleducata e intemperante.
Concludendo, l'Apih rileva che nel '700 Trieste compì un grande passo innanzi, grazie alla politica austriaca e alle nuove forze cittadine; soppiantò in pochi decenni il secolare porto di Venezia; vide rotti i particolarismi feudali, rivalutato il lavoro, elevato il tenore di vita di quanti s'inserivano nel nuovo ciclo economico. Nel mondo cosmopolita si diffondeva la cultura italiana, non per miracolo (come si esprime il Tamaro), ma perchè italiana era la cultura della Borsa e la cultura nazionale-popolare dei ceti subalterni. Attraverso le contraddizioni e le remore, a Trieste ebbe luogo un ampio tentativo di organizzare la società secondo i canoni del mercantilismo e poi del liberismo, con risultati complessivamente positivi.
Il saggio è completato da una ricca appendice (che ne occupa quasi la metà) di documenti più o meno inediti e da un ulteriore cenno sul de Giuliani. Abbiamo così davanti una nuova interpretazione del Settecento triestino, che validamente rettifica i giudizi troppo negativi del Tamaro e le ampie riserve del Cusin. Dal canto suo, l'Apih è tratto talvolta a generalizzare e ad ampliare eccessivamente l'orizzonte triestino, nell'intento di inquadrare coerentemente i problemi economici e politici; perciò non ha rilevato quanto poteva esserci di buono nella difesa degli interessi municipali di fronte al centralismo illuminalo, né i contrasti vivi in Austria tra i fautori e gli avversari dell'ingrandimento triestino (occorreva, anche per questo scopo, estendere l'esame ai documenti degli archivi viennési e veneziani). Ma, evidentemente, sarebbe presunzione da parte nostra pretendere che l'A. faccia propri i nostri criteri di ricerca, dal momento che con i Buoi ha saputo darci questo saggio armonico e chiaro, di larghi orizzonti e con abbondante documentazione, per il quale va sinceramente elogiato. SERGIO CELLA
ANGELO GUALANDBJS, Mezzi di risorgimento degli affari economico-politici del ducato di Mantova, a cura di CORQAOO VIVANTI (Quaderni del Bollettino Storico Mantovano, 1) Mantova, 1958, in 8, pp. 91. L. 700.
Con questa breve nota si vuole ricordare una interessante pubblicazione, dignitosa nella veste tipografica ed importante sotto il profilo della conoscenza dell'agricoltura mantovana (e non solo mantovana) della fine '700. Ad opera del dott. Vivanti, che ha studiato con ottimi risultati lo struttura economico-sociale delle campagne mentovane nel '700 in un lavoro di prossima pubblicazione, vede la luce un inedito' del padovano Gualandrfs, ispettore agrario dol Mantovano per alcuni anni e segretario della Colonia Agraria funzionante presso l'Accademia di Mantova.
L'attività pratica e tecnica in sede agricolo, svolta a Mantova al fianco soprattutto dell'Intendente politico G. B. Gherardo D'Arco (1786*91), era stata preceduta