Rassegna storica del Risorgimento
EMIGRAZIONE POLITICA ; PINELLI PIER DIONIGI ; GIOBERTI VINCENZO
anno
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1918
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pagina
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582
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una legge morale, che interdice ritornare verso il bm a ohi se n'è allontanato per molti anni, ed ha commesse certe ribalderie? salvo rarissimi casi; tanto ch'io non potrò mai sperare nulla di buono da un uomo che ha tradito una volta la patria, e gustato.più. di una volta il sangue cittadino. Non so anche, se potendo avere un filo di speranza, sarebbe conveniente e decoroso il prevalersene, fiavvi una certa sorta di gente, eziandio nelle attinenze civi3:i, ccn cui gli uomini onorati non amano di accompagnarsi, pur collintenlo di operare il bene. Tal è la razza dei despoti e specialmente dei tiranni.
Io bramerei (te lo dico con amichevole schiettezza) che tatti gli uomini dabbene si congiungessero tra diloro, non di attentare contro di quelli, se i tempi, le circostanze, e la prudenza lo vietano, ma di abbandonarli, di lasciarli soli, come stiliti nel deserto, dove non avessero altra compagnia che le nere, cioè i consapevoli e gli Siro-menti della loro malvagità. Imperocché io m'indigno quando veggo un uomo probo, eoli'intento di qualche bene incerto e piccolo, adonestare apparentemente colla presenza e eoITusanza le azioni di un ribaldo, e coprirle, per così dire, col mantello della sua virtù. Oltre al decoro, lo vieta eziandio Futile, non presente, dubbioso, e piccolo, ma certo e grande benché futuro : perchè se lo scellerato non avesse altra cooperazione che quella dei perversi e dei vili, sarebbe presta la sua rovina. La connivenza fatta a buon fine dei buoni, e di quelli che non sono veramente cattivi, O; sarebbero dégni di non essere, è ciò che mantiene per lungo spazio le turpi ed ingiuste dominazioni, ohe abbandonate a se, cadrebbero di certo. Talvolta è opera pietosa non impedire il male e lasciare che si accresca, e si compia.
Scusami, mio caro, se io ti parlo con tanta franchezza é con qualche calore ; ma io non posso senza commovermi considerare ciò ehe spesso arriva (ed è certo un mesto spettacolo), cioè che la virtù, la lealtà e le buone intenzioni di molte persone eccellenti giovino alle qualità e ai fini contrarli dei loro nemici.
Bue cose, secondo me, nuocono in Italia, e in altre parti d'Europa, a quel maggiore e miglior progresso di pensieri e di affetti, che vuoisi per rinnovar gli stati e le institazioni. I/una è l'impazienza di aspettare il beneficio del tempo, e l'occasione propizia in quelli che, disperando di miglioramenti pacifici, conoscono la necessità dei modi straordinari e violenti* Costoro operano all'impazzata, e nuocono assai, concitando tumulti e sommosse, che mancano prima di farsi, o non si possono mantenere, e ritardando cosi quell'ora che vogliono affrettare. L'altra è la speranza che alcuni pongono ne' principi, conoscendo che per ora, e per un tempo indeterminato non si può sa-