Rassegna storica del Risorgimento
1849 ; MAMELI GIORGIO
anno
<
1918
>
pagina
<
591
>
B contrammiraglio Giorgio Mameli nel 1849 59i
qual posto le navi a vapore avrebbero avuto nella guerra navale ùi-tura, allorché alle ruote si fossero sostituite le eliche. J vascelli a vapore avrebbero avuto cosi intera supremazia su quelli a vela, questi eterni schiavi delle calme e dei venti variabili; sapeva anche come Francia ed Inghilterra dal 1847 avevano incomincialo a costruire questi nuovi vascelli, e come queste due potenze avessero predisposto già l'adeguato personale per condurre le macchine, che alle eliche dovevano dar vita, Una concezione lucida, adunque, della funzione che queste nuove navi incominciavano ad assumere nella composizione delle flotte d'allora; una constatazione precisa della deficienza che la flotta sarda aveva a questo riguardo, non solo come numero di navi gJ vapore, quanto come personale che le doveva far muovere. Sui piroscafi della marina sarda non s'avevano che macchinisti stranieri, specialmente francesi. Perciò s'induce a nuovamente scrivere al Mi* nistero di guerra e marina in questi termini:
Sopra un altro punto essenziale sono costretto ad invocare l'operosità del Ministero. La marina a vapore recentemente intro-<f dotta nella nostra Squadra manca di un ordinato corpo di macehi- nisti. Noi siamo obbligati a toglierli dall'estero; è facile vedere quali inconvenienti tal metodo porta con sé; il minore è di privare di un utile sfogo l'attività nazionale; epperò proporrei l'istituzione
* di una carriera speciale a tale proposito a somiglianza di quella stabilita in Francia; per riuscire nell'intento basterebbe scegliere
* una trentina di giovani operai da distribuirsi sui diversi legni a vapore come applicati alle macchine, stabilendo esami per poi pas-. sarli macchinisti e landò un premio (per esempio 300 lire) ai capi ,-< macchinisti che presentassero un allievo capace di condurre la mac- china di un bastimento; questa misura è tanto più necessaria in quanto che molti dei nostri piroscafi sono senza secondo macchi- nista ed in caso di malattia dell'unico artista che hanno, il basti- mento rimane privo di direzione .
L'idea di dotare la Marina sarda d'un corpo di macchinisti nazionali non avrà che una parziale attuazione se non quando Cavour, salendo al potere, la farà sua. I pregiudìzi velieri dominanti le menti dèi navarchi sardi agirono energicamente per ritardarla il più possibile. È la sorte riserbata all'idee nuove, che non hanno ancora penetrato la maggioranza dei mediocri,
Intanto il mese di gennaio è in gran parte trascorso: siamo verso la sua fine. Albini è ancora a Venezia, ma sta per ritornare ad Ancona. Il comando della flotta ripasserà, conseguentemente, nelle alt- pani.. Prima però che ciò a-venga, i maggiorenti della capitale delle Marche - nell'animo dei quali il contrammiraglio Giorgio Ma-