Rassegna storica del Risorgimento
CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno
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1958
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pagina
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551
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Mie Prigioni (dice nal Proemio: Fin da principio avevo tolto a modello dal mio scrivere le Prigioni del Pellico: vana lusinga anche quietai Come raggiugerr> la inimitabile! logia del martire dello Spielberg ? E poi il colo et* mutato, e notevole era la distanza ohe mi epurava dal pretorissimo pri-gionicro, diversa l'indole che ci confortava, diverse le occasioni, I* circostanze, l'ambiento ohe ci avvolsero, diverto il modo di manifestare tutto o parte di quanto dentro ci commoveva , ì, p. 11); in altre, all'opposto, un ardore, una forse di colorite nomini o eose, con la persuasione di compiere un'alta missione (Ora il mio libro, quale l'ho ridotto, non è eerto la storia del mio paese, ma può considerarsi come tavolone dalla quale la storia potrà attingete ì colori che daranno risalto alle efferatezze del tempo a, I, p. 15); in altre ancora un candore soavissimo nel nascondersi dietro alle cose, nel sottrarsi alla altrui curiosità ma non tanto che i lati suggestivi e romantici non evadano in sottaciute confidenze e in rapidi ecatti ( Unico mio vivo desiderio sarebbe stato non far cenno di me in questo carte; ma in che modo ? ... Solo mi conforta il pensiero che la mia persona talvolta servirà a rilevare maggiormente le altrui figure e l'altrui grandezza , I, p. 12). Tutto questo completa 3 ritratto fissato dal Bonrget e precisa una nobilissima figura di patriota del Risorgimento meridionale.
Grandi idee politiche o personali, vivacissime convinzioni, come altri tra gli esuli e memorialisti meridionali, certamente il Castromediano non ebbe. Fu nn moderato, che si configura più nelle vesti di un purissimo patriota* che in quelle di un audace agitatore. Questo aspetto era alieno proprio dalla sua natura, dalla sua educazione, dal suo carattere. Basta leggere nello Afe-morie le parti che riguardano il suo soggiorno a Londra e l'invito, in specie, rivolto a lui e compagni dal Mazzini, tramite Giuseppe Fanelli. A questi, infatti, il Poe rio, a nome dei compagni (non tutti invero, se il Castromediano tesso dice che il Mazzini dove accontentarsi di sci o sette compagni nostri che aveva lusingati , XI, p. 197), rispose, secondo il Ubero testo del Cestro-mediano: Si ha da noi in grande considerazione il vecchio cospiratore, però le nostre convinzioni politiche sono state nel passato e debbono rimanere, contrapposte alle sue. Coscienza, onore, dovere non permettono che in qualunque caso mutino. Obbligo nostro è quello di ricordarci di lui che ci ha onorato di tanta amorevolezza e confidenza. Nulla di più, frapponendosi tra lui e noi così larga distanza, da esser noi fermamente costretti a dichiarare che il trovarci con lui, anche materialmente un sol momento, sarebbe di danno alla nostra filma ed alla causa costituzionale con tanto coraggio e perseveranza da noi propugnata tra i tormenti e le catene, ed ora pur da noi rappresentata '""""' ad una nazione fra lo più civili e le più sinceramente costi* tuzionali del mondo. Necessità e dovere ci consigliano quindi a restare fermi nelle; nostre idee, non solo per il bene dell'Italia, ma per ismentire coi fatti U re di Napoli, il quale, avendo giuncato d'inganni a giustificare l'iniqua sua condotta verso di noi. spargeva con tutti i mezzi ch'erano in suo potere: esser nei non altro che doi fastosi turbolenti e dà repubblicani ben degni vera-minto di repressione (II. p. 196). La risposta del Poerio piacque agli Inglesi e ad un tempo ai Piemontesi, rappresentati allora dal marchese Emanuele d'Azeglio. La testimonianza è in una lettera del Cavour dcu'8 marzo 1859 al d'Azeglio, appunto, ricordata dal Bianchi e riportata dal Castro-mediano, in cui si sollecita una dimostrazione a favore degli esuli, sicché