Rassegna storica del Risorgimento
CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno
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1958
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pagina
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554
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Salvatore Pomati, ila lai cenAneto le tanta vohfl la prigione iwuw dWU pcr
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Toma ella mk prigione e proprinmctute alla corale Infoili, Non ancora inne-velita le imprc*.ne dell morta dal Valentin-, in una noli u>) settembre del f 1149 7) famino desti ed atterriti dell'impeto furktso d'un uragano, te wmcliln acque dl quale e la frequenti fiditi inazioni minacciavano schiantare dalle fondamenta In nostra dimori. Sia pei cio> o che 11 momento fo*c accompagnato da terremoto, le vecchie fenre di quella volta vedemmo riaperta da equorei pia larghi. Non era prudenza di P4 rimanerci; ma WAlmua non aveva altri luoghi a raccoglierci, tanto affettato di prigionieri, ed afferrando la buon* oceaiiono reclamammo il ritorno a 8. Frmncnt. Contrastati insistemmo * eoo tali ragioni, che fa incaricato Vincenzo Pergola, Ingegnere della provìncia a dar parare ee proprio la conia pericolasse. E di costui che volentieri eoa loda lascio Q nome in queste certe, non tanto per il dato parere a noi favorevole-, quanto perche quando lo dettava, dietro l'aseervaaiane del eoo amanaeasc. un Jmbo, atee quella, di badare che quel parere non gli riuscisse corapromissivo, al che egli *og-giunse: e Se da quel governo mi viene il pane; ma non so mentire, e spezialmente, quando trattari d'alleviar dolori di chi soffre per amor di giustizia .
Il parere del Pergola vinse le opposizioni, e Ministero (poiché l'affare era si grave da dipendere del Ministero), aderì al trasferimento a S. Francesce. Quel carcere adunque ri rinserrò di nuovo ai 27 gennaio 1850. Vi tornammo, ma non lo trovammo Io stesso, aon pia l'Eldorado che altravolta descrissi. Forse i tempi peggiorati, ci fecero pur apparire peggiorata la nostra antica corsia, la quale Sa vero awvau denudata d'ogni ornamento che vi lasciammo, né fa ptd a noi concesso rimetterla come prima. S'aggiunga che gran parte dei nostri amici non erano più con noi. Rimasti al cmuaU, divenne difficile tanto i rigori eran cresciuti, comunicare con essi anche per lettere. Chi non visse un'ora nella prigione non può comprendere quanto duolo lo star diviti da quelli coi quali s*incominci6 a penare, e penare pelle stesse idee adottate: insomma ci sentimmo pia desolati e quasi pentiti della mutazione. Vennero in loro vece a rag* giungerci nuovi detenuti [ma costoro c'erano aggiunti] dalla poKria o {in forca di) politici processi; ma fatta eccezione di pochi cogli altri non simpatia* anno, e forse perché la deca persecurione confondeva in un uscio chi era di Dio, e ehi di Mam-mone, come dice l'Evangelo.
(sa, ce 224-261
Quello di Oria, il Caldo, pessimo fra lutti, caparbio, spropositato sanfedista, e tanto briaco di reazione, che aon peritò di denunziare molti dei suoi diocesani inno* centi, e tanto ingiustamente, che anche la giustizia d'allora, se par cosi può denominarsi, fini coll'assolvere gl'iadicati da lui. Mori d'accidenti, e mentre che di notte, solo, seduto avanti alla eoa scrivania compilava altra lista di vittime da consegnarla alla polizia. Chi gli successe. Luigi Margherita, non fu meno ostinato e meno turbolento di ha* pelle qua! cosa giunta l'ora poscia del riscatto italiano, dovè, costretto delle pubblica opinione, lasciare la sua sede e non tornarvi mai pio. Avvenne lo stesso e pelle medesime cagioni al Vétta, quel di Nardo, ama questi fu caccialo via col clamore di popolo.
L'Arcivescovo di Otranto, Andrea Grande, tanto infesto ai carbonari del venti, quando ere Parroco di S. Maria della Porta in Lecce, non cangiò parere dopo il qua rantotto, e nemmeno dopo il sessanta, che sempre sollevo**! contro le liberta e l'unito della patria, nelle sue predicazioni. Però invitato al conciliabolo di Gaeta, quando vi stava Pio IX. 'afferma non essere tato fra coloro che intendevano assolvere Ferdinando II dal giuramento allo statato, nò fra gli altri che lo consigliavano a cacciarlo man mano nell'oblio. Con tutto dò salverà la sua memoria il sapersi, che fu pio intemerato ad costumi, dotto teologo, e padre del poveri sino a spogliarsi della camicia e privarsi per essi del pranzo giornaliero. Fu per questo che il governo italiano e Vittorio Emanuele II lo rispettarono e favorirono.