Rassegna storica del Risorgimento
CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno
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1958
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pagina
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555
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f! Jtor;im*nio tnUntino napoleinnù SS5
Il Brani di Varata Ilo spunta delle nK)l<tn Utlturioni ! inneggia dall'ai ut coi suoi sermoni, IUUÌ le giuro quando nominato Pari -t< i Regno; na pei la manomise proannaiando appositi sermoni 0 perseguitando al pH degli altri l liberali.
Migliora (Ira tolti da ontani il vescovo di Callipoli, dia eoo I mai ritti aveva oonógbeto al Ho riforme politiche; na ohe ben pento scaso nel sepolcro,
Fari a quest'ultimo fu pur* quel di Lecca, Nicolo Capoto, perfetto cavallaro1 d'indole a di modi. Fu por egli eUmo*ùnro stupendo, 0 tanto che morto lo trovarono povero a indebitato. Scrina! ancora memoria dal gran bene recato olii perseguitati polìtici dal "20, ed avrebbe continuato ralla fteaaa vìa anche dopo il quarantotto, aa il governo non lo avana messo da banda e non fosse appunto allora caduto nello branche dei gesuiti. Chiamato a teatimoniara nella mia canea non immensi oc ateaao, nemmeno quando a*occnp6 a tarmi ottenere groria, aicconie ara per diro, ond'6 che gli serbo gratitudine. Dal 1818 in coi giunse a Lecce al '62 in cui mori fu tempre amato da tatti. Pure a tarda et! dopo mille prove di bontà e di disinteresse la calao -aitilo raggiunse, e fa costretto recara a Napoli; dove il eoo bel nome, dai dardi scoccatigli, lo reaa immune. Taccio di quel di Taranto, di Brindili e di Ceetellaneta. perche quello ndi età vacanti e mancava allora di vescovi.
Imr-, es. 229-30]
Nulla di gentile e compassionevole induceva a mitezza codesti scherani, che nari dove mnggioTe la debolezza, ivi loro più protervi e feroci. Colle astuzie, colle eduzioni, col tradimento non mancavano mai di giungere [...] Ovunque apparine un Gendarme la gente ae ne agomentava e tutti laaciavan lo vie e le plano deserte, ove alcun di cari at presentava per timore di non essere fatti seguo alla loro investiga* rioni o d'un loro arresto. Comandavano collo scudìscio e ricordo il fatto seguente: Nel 1856 in Lecce una voce teca erodere che il Santo patrono della citta rappresentato in bronzo su di alta e antica colonna nella pubblica piazza avesse cacciato uno dei suoi piedi avanti, conta In segno di volersene altrove partire, e siccome i Leccesi ve* nerano per ai secondo Iddio il loro S. Oronzo, cori gravemente e ne turbarono, e a frotte il popolino andava a inginocchiarsi, a pregare e a piangere avanti a quella colonna. AI popolino n'aggiungeva gran folla di curiosi, per eoi un certo chiasso e un andare e venire di follia nasceva. CIA fu detta una manovra di liberali che volevan moti e parlari. Si noti che il miracolo non era nuovo, fu puro un'invenzione del 1799, una invenzione di 1'M-rit contro i giacobini, per isvellerò l'albero repubblicano impiantato allora di rincontro a quel unto. Quel moto, quelli andirivieni, quel cianciare frnpensieri la polizia. d ecco un gendarme il Vitulli, presentarsi collo scudìscio e dar botte da orbo a questi e a quegli; I radunati ai diapersero e del miracolo non fu fatto piti motto.
[0U..CC 333-381
Ha torno ai gendarmi. Sari eran pure destinati a molestare i morenti avanti al letto dell'agonia, quando designati all'ira politica non erano ptd nello stato di tradurli nel carcere. A Lecce per esempio, fu veduto il canonico Giosuè Leone, antico oratore nelle ette carbonarie, insegnante la gioventù spcrielmenlc nelle filosofiche discipline e gii Presidente del Comitato di Pubblica sicurezza nel quarantotto, nome integro e rispettato, morirsene coll'assiatenza dei gendarmi, per timore che la eua non foaae finzione, pelia quale evitare d*os*ere condotto in carcere. Abbandonarono quel corpo quando fi dottore dichiarò esserne Uscita l'anima. Lo atono fu osservato a Gallipoli col Capitano Francesco Paritari, gii valoroso uffirialn negli eserciti francesi, e pei latti del venti condannato aliti galera, morto ai 9 gennaio 1856.
Pero so gli sforzi di quei tristi finivano sempre col chiappare delle vittime, non mancarono casi in cui nelle loro scorribande non rimanessero beffati.' E siccome ridevo! questi rari casi, cori, a sgombrare un tantino la tenebra degli orrori che ci circondano, prendo ad esperò* tre soltanto.