Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno <1958>   pagina <557>
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// Hhorgìmmto talentino-napoletano 557
ripetere anche per mnceo dal giudico Torneai, mio lontano congiunto ebe veniva trevoRui; dee d dine ci foce sapere che te muse politici* tanto perdono di damiti ovoari ai Tribunali por quanto U portenti d'attendere a non trottarle. In varo i vecchi pudici non furono mai premurosi a menerei ninno. Del ino sistema s'occorse 11 governo la mandò dtrove, dandogli nate* sere Ciuseppo Cocchia.
Reggeva allora il Miniatelo reazionario À Fortunato, il veedao giacobino del 1799, 11 vecchio persecutore dei Borbonici, nel successivo decennio de] dominio fr.in­cese, e In Polizia il Peccbsmeda. anche lai gran Massone apretnto( falsificatore di lettere detta regina Carolina, per cui cagiona dell'impiccamento del Marchete Palmieri. enne tempo, in. coi l'uno e l'altro quei traditori nmaniava.no degli indugi frapporti ai giudizi politici, tempo già divenuto importuno, perché passato da dna o tre anni te. cagioni che li promossero, e non servivano che ad attewtare la ferocia d'un governo indispettito e vendicatore. E il Fortunato non aolo che dò aollecitava n voce e iaoritto [colli minóirriali] i Procuratori Generali* ma ad uno di coetoro che mostrava ripa* gruma oso dirgli e Ma che neppure il boia avete imparato a fare I . Ciò rilevo da ano ateneo ai Borbonici ponto eoepetto. Giacinto de Sivo, il quale dopo aver notato le riferite parole [questa circostanze) aggiunge: Cadmio ex liberale che a disegno sceglieva Ininali inscienti, voleva sapessero aolo Impiccare .
Del Fortunato e del Peccheueda adunque, dai quali ricevè missione, era creatura il Cocchia. Nato ndTAvdlinese e destinato da prima giudice in Sicilia vi prova l'amaro della rivoltisene quando se ne ostacolano gli impeti giunti; ma la scuola non vaine che ansi gli aguzzo l'odio contro * fautori delle libere istituzioni. Giovane ancora e per quanto ai atndiaaae nasconderlo souogU induni, gli affettati movimenti del corpo, i fidai sorrisi, le melate parole, e gli abiti attillati e t capelli inanellati, traaparivagli dogli occhi l'indole e l'anima volpigna.
[sna, oc 249SZ]
Moiri furono preti al laccio, e tali fei giunsero allora), le insistenze degli amici e dei parenti a sobbarcarci o'eaperimento che pm non te ne potevo. D'allora il acme de* dispareri fu aparao fra noi, che fino n qnel momento U pensiero di ano era atato il pemirro di tatti, e fin. d'allora ci dividemmo in due partiti; di coloro dee che stanchi ad lungo panare crederono alle dicerie, e di coloro che punto non vi crederono. Priod-pale fautore del seconda partito fui io. Pero é necessario che fin d'ora n anticipasse che questo e il solo dissidio che d divise, dissidio non radio mai dalla sua cerchia e che tanto nel carcere, quanto sullo sgabello dei rei, non procacciò i deplorevoli inconvenienti di altrove,dove ri intesero improbe confessioni, scuse ad altri dannose, ed accuse peggiori.
3Ca oltre al mandato di [discutere] i giudi il Cocchia ne aveva avuto un altro, che non omise né quando calco la prima volta il terreno Leccese, ne quando nel leccese miseri n peregrinare, intendo il mandato di provocare eolla sua autorità e cooperare, il Som Confa ed altri, al trovare sottoscrittori molti alla petizione per l'abolimeuto dello Statato costituzionale. Non poteva essere altrimenti, il Fortunato che dissi pro­tettore dd Cocchia, fu pure il provocatore di una tale dimostrazione, e dot Fortunato gli vennero crucile ingiunzioni. Il Monarca l'aveva giurato, ma l'ipocrisia non consentiva che lo distruggesse de propri motti, ma che deuna dimostrazione ve lo astringesse. Come fini quest'altra mascherata, la stori l'ha notato, né questo é il luogo da ripe­terlo. Il Cocchia andò avanti e la voce circolava dd grande atto. Intanto le promesse e le minacce, i sorrisi e gli occhi bieghi, te preghiere, le insistenze ed ogni inverecondo trovato, fecero si che [di adesioni raccolse] di firme sene avessero migliaia, le quali se oggi si pubbl ieossero. oh a quanti non salirebbe il. rossore in fardo I Ma per amore della zana umana per quello della nostra Infelice contrada, a nessuno venga il pensiero di tale pubblicazione. Volga l'altro invece di notare, che in quel rincontro non solo al­cuni Comunali si dinegarono a sottoscrivere il brutto atto, per esempio Nardo, Cala­tone, eoe. dd quali tosto furono mutati i componenti; ma vi ai rifiutaron pure dei attediai onorevoli, ed anche darai impiegati. E qui valga per tutti rammentare, con