Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno <1958>   pagina <563>
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Il RUùrgimrnio gahntina napolriono 568
volgevano brevi dimande, coi rispondemmo anche breve, riassumendo rfafsyrogsttsrse davanti all'Istruttore, Non vi fa altro da notare, te non In famigliarità colla quale quel giudici trattavano o earetaavano 1 gendarmi, dal quali 11 trovammo circondati. Ma cu ài quel tcm>o gli seherri avevano acquistata coscienza IVIMIÌTO uguali al magi traci, e I magistrali perduta l'altra dalla gran distanza che da quelli doveva separarli.
(a, e. 292]
Uà* fitta tape di gendarmi eoa carabina al braccio aaaendoai schierata avanti alla ringhiera partitrice della ala, altri gendarmi avendo Occupato gli oaci meati dietro la spalle dal Procuratole Generalo, tatto all'ordine il Prendente scosse il no campanello, fa palancata la porta principale. V'entrano molti poliziotti che da per tatto ai dinwerninarà; v'entrò popolo numerosissimo, gente d'ogni ceto* d'ogni prò* fatatone, d'ogni colore politico, amici e congiunti. I quali ultimi si di* tiaguc vano dal pallore del volto e dall'animo peritante. Trovarono il contegno dai giudici composto a funerea severità, forse a contraporra il nostro composto a non affettata dlgnfti. Il loro era di ehi reprimeva no ultimo forzo, il quale richiamava a giustizio, ma che cari non potevan obbedire. Peso quel contegno disparve lotto dai loro volti e dopo non guari assunsero l'altro volgare detTindiaerenza e della stanchezza, giucche per caci tatto estendo convenuto. l'attendere ivi' edaci era una noja.
Un altro scroscio di campanello presidenziale cocco di nuovo, e gli uscieri inti­marono fatando nella ala, e il Hamio fa facto.
[az, et 304-306]
Di Luigi Corona faci motto in altra mia (tenitura: qui mi correggo* Fabbro fer­raio e maniscalco, nella mia gioventù Io adii contare aalle acene. uno di quel aoatri popolani leccesi che per agilità di mente e facilita di parole, tutto cebo non apCMero né leggere né scriverò appaiono dottori. Un pensiero però lo dominava, che ao sorretto da un qualche erudito, avrebbe potato rendere un buon servizio al paese dove nacqae, il pensiero cioè di ecavare la terra net campi di Rogge, citta disCruCta presso Lecce, di cai dieevaai oriundo, rinvenirne ì sepolcri* ed catramo fa anticaglie che vi si trova vano. Ed eccolo di frequente fra quelle miao a farai ricco di cimeli preziosissimi a d'ogni maniera parta dei quali vendeva e parte a suo diletto riteneva appesi nelle Barati dalla sua officina, inceneriti od affumicati trai ferri da cavalli i freni e gli arnesi del mestiere Lai sfortunato e la aaa raccolta! Chiamato a testimoniare nella noterà causa, per poi disdirsi a favore degli accusati. Per ciò menato nelle segrete pai oteara a trattatovi assai duramente. Insofferente di strazi e di privazioni, oppilo d'easer eafamato avanti ai giudici, al cospetto dei quali annui, ripetendo quanto desidera vaao. Ma la sua coscienza ne rimata turbata e addivenne pazzo un bel di. eceàtaco dal furore. Colta la mozza da presso l'incudine, tanti colpi con quella tiro alla cieca, che in frantumi ridusse tutto il tuo tesoro, e pestatolo esclamava:* Ah, gesuiti infami! IO lete venuti in fine era i piedi Sete voi che mi costringete a mentire, siete voi che mi faceste dannar l'anima; ma prima ch'io scenda nell'inferno procedetemi voi. Coi miei ealci vi ci spiago . E talvolta di notte scappava di casa e andava a bussare alla porta dei gesuiti, sempre gridando: Siete voi, fece voi .
Finita la disamina dei testimoni II pubblico accusatore Chicco ntet avanci anche lai con la sua requisitoria, alzandosi ritto dalla sua poltrona e con viso terribile qual potrebbe on antropofago tese fulminei gli occhi verso i trentasei: quasi dicesse a Oh che di me non fuggirete! .
E come se ci tenesse fra i denti non ti saziava della voluttà di maciullarci. Tutto par lai era convincente a dimostrarci rei, anche il nostro silenzio, anche il silenzio dei testimoni, non solo 1 fatti lealmente interpretati, ma par gl'indizi vaporati e pescati nel vuoto. Non mancarono offese, non derisioni, non tonanti, che anzi il suo diacono fa tutto un'offesa a quanto v*è di pio sacro alle leggi, al buon senso, alle persone, una