Rassegna storica del Risorgimento
CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno
<
1958
>
pagina
<
567
>
H HhorgìrnmtQ talentino-napotrtano 567
Io Lucio ai miei 6*11 l'aseiapio di mia vita, ed un nome die lui cercai di tenero a-ae* immacolato J onorata, Dirai M4 ***i ab* le benedicendoli, a Ixstuidieeadotl mille oh* gli bario tra predetti! riconotcare od un Dio; mar* U lavoro; ed um rop-- ogni cesa la pania.
Mìa Gag onorala fd adorata, crono queste lo gioia eoa ti premonta ad pria* àpi* dei Boatti amori ? quando anibtdue giovaouttì; tu con cara innocenza ed locon moni* avida di beli sa, di cai vedeva in te an esempio edotte, ci pruine ti* vsmo wu la d'amore f Quando it mondo ci pareo ti bello e ridante ? quando ditprcszsmmo U bisogno * quando la vita uoetta era il neutro amore ? E che abbiamo fatto noi per ma* ritare tanti dolori e tanto presto 1 Ha ogni 'irriit't amrebbe ora una bestommia contro Dio che ci condannerebbe a rinnegar la virtù pelle quale io muojo.
e Oh Cigia la scienza non è che dolorai La virtù non produce ora che amarene! 1 mici nemici no tentano la dignità e la bellezza di questi dolori: essi Mulo etato mio tremerebbero; lo al contrario tono tranquillo, perche credo in Dio e alla virtù. KOB tremo io, beasi deve tremare quegli che mi condanna, perche Bende Iddio.
e Ma sarò dannato a morte ? Io mi lupetto tempra il peggio dagli uomini. Al con* tzmrio il governo vuole un etempio, ed io to il mio nome ed il mio delitto. So pure che ehi sta decidendo ora della mia aorte ondeggia tra mille pensieri e ira nulle paure. Sa ch'io soa disposto a tatto. Saro aepolto in una galera, eh'è anche un supplizio. Kzppiùio peggiore, e più crudele della morte! Mia Cigia, lo aon tempre io.
e Iddio mi vede, vada nell'animo, e aa che io non per forca mia, ma per forza che mi vico da lui eoa tranquillo.
Vedi io ti scrivo aenxa lagrime con la mano ferma e corrente, colla mente sana ed il cuora non mi batte.
Ma, Dio, io ti ringrazio di quello che operi in me, anche in questo momento io ti vento, ti conosco, ti adoro e ti ringrazio. Mìo Dio, conaola tu, la acontolatitaim moglie mia e dalle forza a oppartera questo dolore. Mio Dio proteggi i miei figlinoli, .{ùngili tu vene il bene, tirali a te, ch'essi non anno padre, tono figli tuoi, o mio Dio. Deh preservali dai vilil non anno alcun occorro dagli nomini io li raccomando a te: io prego per loro,
TS raccomando, mio Dìo, quatta patria: da enno a quelli che la governano: fa che il mio sangue plachi tutto le ira e gli odi di parte, e che aia l'ultimo angue sparto in questa terra desolata. Mia Cigia io non posso più proseguire, perche temo che il mio cuora non mi vinca: io non so ne potrò pia. vederti. Addio, o cara e diletta: addio adorata compagna della mia vita e della mia sventura. Parole pie non trovo per con* solarti. La mano comincia a tremarmi. Abbiti un bacio simile al primo bacio che ti diedi: danne uno per me al mio Raffaele, uno alla mia cara Giulio: beaedìcQi par me ogni giorno, e allorché il farai loro dirai che li benedico anch'io. Addio per sempre, addio. Tao marito Luigi .
Due erano I fatti nel luogo del nostro carcere, i quali ci affrettarono Fora di giungere in galera. T7a adattino lordo di delitti e d'indole torbida a vieppiù impestarlo di recente ire quello era giunto. Aveva nome de Rosa, un gendarme disertore, 0 quale fuggiasco aveva ucciso il proprio caporale nell'atto che questi scopertolo s'accingeva ad arrestarlo. Temerario ed insofferente, lo chiusero nei sotterranei, dove con altri tristi eoi consenso d'una sentinella complottò e preparò rm*evasione, che aveva luogo nel 24 febbraio 1851. La fitta oscurità di quella nòtte la pioggia e li rumoreggiare del tuono favorivano l'impresa. Pero scioccamente la sentinella, che doveva seguire fuggiaschi arme e bagaglio, prima del tempo cesso dal rispondere al grido d'oilerta degli altri soldati. Questo suo silenzio impensierì il capo della guardia, il quale volto-i ai tuoi dipendenti, disse:
E perche mai il numero cinque non rispondo ? Andiamo ad ispezionarlo a. i tuoi lo seguirono di botto.
a Niente, niente, gridò il contumace nel vedersi avvicinare. E uno scherzo il mio. Volevo dare ad intendere d'essermi addormentato, invece aon desto come un gallo ... Potete ritornarvi: nessuna novità ,