Rassegna storica del Risorgimento

CASTROMEDIANO (DI) SIGISMONDO ; SALENTO
anno <1958>   pagina <572>
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Aldo Valhm
e badai* ! malinconia; e davvero che non Matita appetito vpj, e radala che qui manciù 11 bea di Dio ? Oro ci vuoto, oro tutto sarò par recarvi D'altra paria, vi do un consiglio, fatevela coi gendarmi! ehi non dà noo riceve a una man lava fatua .
>* I gendarmi] ripeti il mio amico fra 1 denti* Chiamatemeli e fata dai '{ai venia-ero . E la brutta doma d lascio per tornar dopo non guarì cgmta dei quattro gee darmi eh* d avevano scortati
Ebbene chiedete dd pranzo ? Volse loro la parola lo Schiavimi.. Con quel frante, dopo averd vessati da Atamani, ed. uncora<d tenete legati ? E mostrava le manetta dd nostri polsi. Ostinati e ricchi, eccovi da pranzare, e diede loro delle monete. Andate e satollatevi, e poi ricordata iek liberali, che senz'avervi md recato del male, tanto penegaitate .
Confusi gli gherri profusero le mille cuse e protestarono. *cre stad costretti a durezza dalla presenza di quel gendarme a cavallo, che con noi per caso t'era aecom-pagnato, un ertole, uno spione, che aveva fatto piangere molti loro commilitoni. Fu per lui che non vatocro le raccomandazioni dd Mancini, ma ora che pia non ci segue. d aarebbero mostrati tntt'dtro . a darà prova di ciò che affermavano cominciarono collo sdoglierd dai legami che d avvincevano, e ad invitarci di muoverci a piacere ncU'iatemo dell'androne, purché non ri uscirne fuori. Non volammo approfittare, e mentre che cari andavano a pranzare, lo Schinvoni ed io rimanemmo nello tesso can­tacelo éL prima, contantandod d'aver dd pane, dd alarne ed un bicchier di vino.
Giunta l'ora dd riprendere corsa, e riediti in vettura, davvero I gendarmi mo-atnrvand d'aspetto benigno, o quasi a rifard della condotta dd mattino d raccon­tarono alcuni aneddoti buffoneschi succeduti loro nd perseguitare i malandrini dd luogo, aneddoti degni alcuni dd Boccaccio. E già scorgeva dietro i monti apparire e disparire Bovino, e uno de* nottri conduttori d avverti che ben sarebbe per la notte ucceasiva evitare quel carcere, non finito di costruire, meno i sotterranei dove vi rimanevano ancora sepolcri aperti ed ossa di morti apane nel molo.
Ma come evitarlo ? Domandammo nd .
Con un pò di moneta che dovrà dorsi a quella hrigodo, aedo vi permettessero di postare oltre fino a Crottanunarda .
E giungemmo a Bovino* e avanti alla caserma della brigado già detta facemmo sotto. Coloro che ri coaducevano diedero vece a quelli che lavano li, e parlavano di do che occorrevo, a un sergente, che venne a mettersi ritto avanti od nno dd nostri portelli, un vecchietto rubizzo e ciarliero, il quale fatto inteso dd notro paese e dd neutri desideri, rispose ens'dtro, e come se foste preparato:
Oh si, mi ricordo ... Già voi siete Leccesi... Lecce la bella città,! Tempi andati! Mii da trent'anni che ne manco; ma il passato e passato, e non à A pensi pia. Voi dunque non vorreste restar qui questa sera, ne avete ragione, ed e cosa da concedere, perche v'é un rimedio da nulla. Vedete il tenente ch'é cola già nd fondo dell'androne ? Per Ini cinque scudi, per me due, e a rivalerci .