Rassegna storica del Risorgimento
UNIVERSIT? ; ISTRUZIONE PUBBLICA
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1958
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Albino Caraccio/o
mente le oeqole elementari e le medie, all'istituto regionale sarebbe toccato l'insegnamento ai più Iti livelli, riservandosi elio Stelo il sole controllo delio dirrUìvo generali, degli statuii e delle carriere. ') Nel mazzo del prò-getti di legge per l'ammtoirtraaione pubblica, presentati il 13 manco 1861, il Xìnghettt, tabilìte cast tn mente tali attribuzioni, poteva concludere, sollevando anebe qui non pochi dissensi: Al .Minuterò dell'Istruzione pubblica abbiamo tolta l'istruzione inferiore data al comuni, l'istruzione seooa-daria data alle provincia, l'i* trazione luperiore data alle regioni... Che cosa rimane all'Istruzione? Rimane la vigilanza, e l'indirizxo per l'andamento migliore degli stadi . v
Nel compleeeo il Marnimi ai era moMO, anebe per quanto Hy** la questione deDe autonomie, con una certa cautela, preso com'era tra I mutevoli amori della Camera e lo dispute fra il Minghctti e il barone Ricasoli. Egli ai tenne, anebe nel progetto di riordinamento generale, nei limiti di una proposta pratica e empiente >i come diceva un commentatore,1! risolvendo il problema della sopravvivenza delle università minori semplicemente con il loro distacco d una responsabilità totale. Ma quando appena si era finito di approvare nell'apposita commissione tecnica il piano di riforma relativo agli studi superiori, già fu chiamata a succedergli una personalità meridionale, Francesco De Sanctis, che portava con e altre esperienze ed altro temperamento.
All'atto dell'insediamento, l'illustre uomo di lettere assicuro di volere proseguire gli studi intrapresi dal suo predecessore, che riteneva validi e fondati. In realtà a questi studi non diede più impulso, le commissioni cessarono di riunirsi, ed era inevitabile dal momento che il De Sanctis stesso non tardò a dichiarare il suo scetticismo verso ogni sorta di riforma globale, troppo speaso velleitaria e incompiuta,, e a riconfermare la legge Casati come il male minore. *) Ha giustamente osservato Walter Maturi che il De Sanctis sentì il problema scolastico più come problema d'uomini, che come problema d'istituzioni ,s* e sugli uomini burocrati o insegnanti che fossero cercò infatti di agire, spostando, promuovendo, chiamando a cattedre universitarie. E in questo senso, non dandolo a vedere, esercitò un peso personale contrastante con le premesse largamente tolleranti più volte proclamate, peso che contribuì a renderlo poco amato nel suo dicastero. In tutti gli atti che contraddistinguono hi sua opera ministeriale, il De Sanctis ci appare oscillante fra la proclamata volontà di lotta alla burocrazia e al
1) Allo orioni, era detto testualmente, spettanogli istituti d'ironc aaperiore. lo università e lo accademie di bello arti, riservando allo Stato le norme aoperiori direttive. Tao-provaaione degli Mattiti organici, a ratta la discipline per alt mi o por la collazioni del gradi, come pam l'Iipeoone dalla cuoio d'ogni genere; Non al intende eoa db escludere lo Stato dall'avere latitati esemplari di ogni maniera; 4 ótnilementc riservala la libertà dui sena minto, Mcondo lo moduliti tabilìte dalla legge * (Riportato in M. MnCCurrrt, Da r<tfgani*atìon dmùnùtratir* da Jloyoum* d'Itali, Paria, 1862, p. 31).
*) MSfCarm. Diaconi parlamtntari. Roma, 1888. voL I*, p. 89. prwmlasiono del diaegni di lagna 13 mano 1861.
>} Editoriale L'ituaùort* ntandaria nel Reps d'Italia, in EfftmtrUi tirila PiMUcm i*m- xiont. - RitiMa italiano di tei***, Itturt * arti. 2 febbrai 1862. n. 72.
.4) Coi! in risposta alla interpolWa Alfieri il 13 aprila 1861 (in Striai diaconi palìiid. a cara di N. Coarzaa. Napoli, 1938, voL l*. p. 9S a stfg>).
S) Voea Da Sanai* Franettto, in Enciclopedia Italiana, voL XII, p. 6S7.