Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; MAMELI GIORGIO
anno <1918>   pagina <595>
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TI contrammiraglio Giorgio Mameli nel 1849 595
Intanto la nuova Camera subalpina, contrariamente alle aspet­tative di Gioberti, riuscì favorevole alla guerra. Anche Carlo Alberto, in contrasto colle opinioni del suo primo ministro Gioberti, la desi­derava. Liberarsi dal grido di traditore, che i patriotti di continuo gli avevano lanciato dal 1821 all'armistizio Salasco M 1848, era per lui - oltre per le qualità di soldato che mai nessuno potè disconoscergli - un bisogno, una necessità imperiosa della sua anima mistica. Gólf il gennaio del 1849 è interamente trascorso. L'ammiraglio Albini, ritor­nato in Ancona da Venezia, riassume il comando della flotta sarda. Giorgio Mameli ridiventa il semplice comandante della fregata Des Geneys. Non passeranno molti giorni ed egli abbandonerà la sua fre­gata e la flotta per ritornare a Genova, testimone ed attore di altri avvenimenti.
II. Da Ancona a Genova.
Inutile dire che l'avere Giorgio Mameli preso in considerazione e trasmesso al Governo di Torino la proposta dei maggiorenti di Ancona per un'occupazione della loro città da parte della flotta sarda, non incontrò il favore di Albini, che la seppe quando da Venezia vi fece ritorno.
I due uomini erano agli antipodi e come sentimento e come Intelletto. Se ciò può in certo modo spiegare il diverso modo di considerare le cose, a separarli maggiormente v' era di più. Albini era geloso dell'aura entusiastica dai giovani ufficiali e dagli equipaggi formata attorno a Giorgi Mameli. Siccome era noto che questi voleva battersi ad ogni costo, mentre il supremo navarca della flotta sarda, obbedendo a ragioni più politiche che militari, pareva che battersi non volesse, gli applausi ed i consentimenti, ohe a Giorgio Mameli salivano dai sottoposti, si trasformavano in disapprovazioni ed in dispareri che andavano a colpire in pieno petto l'Albini. Ce ne vo­leva ancora perchè l'uno non potesse veder l'altro? Ma fra i due non vi fu mai buon sangue, nenache prima ohe entrassero in campa­gna. Albini apparteneva alla, fifa pura tradizione della marina sarda. Corpo chiuso questa, esclusivista, disdegnoso d'ogni altro conlatto che non fòsse dei propri, isolatosi da ogni contatto esterno come se fosse un ordine militare monastico del medio evo, considerava il liberalismo e la popolarità di cui godeva Giorgio Mameli, un'offesa alle proprie origini, al proprio prestigio egoistico, cui tanto irragio­nevolmente teneva e cui tenne malauguratamente per molti anni di