Rassegna storica del Risorgimento
UNIVERSIT? ; ISTRUZIONE PUBBLICA
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Alberto Catititttatò
strali contro In burocrazia ministerlaW, e OIM da questo nei primi tempi li governo aveva personalmente ubito limi Umani ed tmpucei, nella BOA voluntà di muovesti fini dunque por ricorrere al dominio dell'esecutivo dei tecnici uùnistcriaU sugli affari anche più minuti dsU'utrttxioBe superiore- Con lui pia portamento che mai, anche in questo cuore. l'imperiodi un eentro aiutai aitrtìvo-burocTtieo mosse e sovrapporri, per le debolezze politiche e ideali deDa nuova classo dirigerne e per un assillo di funzionalità dell'assetto statale unitario, oH'inizìativa originale degli uomini, delle cuoio, dello istituzioni culturali.
3. Una solution* di compromesso: ctntrattaaòùnm nulla burocrazia ari-alatarìolr, mo soproc-rirsnza di sedi molteplici. tu mezzo a tonte oscilla-siani tra autonomia e accentramento, A cori grandi incertezze e mutevoli opinioni che ai presentarono fin dai primi tre o quattro anni dalla legge Cagati, in qua! senso in realtà, ai andava strutturandoli riatema univcrritario italiano? La risposta non è fucile a darri, né certamente univoca. Perchè da un lato la questione delPeceesso di aedi fini col rioofoerri nel senso più favorevole al decentramento, tantoché di anno in anno gli istituti e le facoltà, anziché diminuire, continuarono a crescere di numero. E per altro verso sul terreno disciplinare, amministrativo, finanziario e persino nell'ordine degli studi, il potere centrale riuscì a intervenire senza aosto con la sua mano Jtirvcllatricc, malgrado il succederai dei ministri, dei segretari generali, dei loro programmi.
A Gino Capponi il Mattcucci scrisse più tardi con rimpianto che sarebbe riuscito a presentare quattro disegni di legge per la riforma organica degli studi, se soltanto il ministero Rottazzi fosse durato otto giorni di più. lJ A noi sembra un pò* dubbio che davvero già nel dicembre del '62, quasi senza preparativi pubblici, egli potesse essere giunto cosi vanti. Ma seppure fosse riuscito a completare i tuoi progetti, comunque il Matteucci in quel momento avrebbe dovuto faticare ancor più del solito prima di vederli approvati dalle Camere e tradotti in leggi dello Stato. L'orientamento degli ambienti politici all'indomani dei regolamenti non prometteva infatti niente di buono perii ministro. I criteri fissati uniformemente per l'ordine e la naturo degli insegnamenti in ciascuna facoltà sconvolgevano tradizionali particolarità, creando intralci e disordine specialmente negli istituti scientifici e pratici di Napoli, Firenze, Milano. La docenza libera, seppure ammessa. era condizionata da obblighi tali che l'usanza napoletana dei professori a domicilio e disperai nelle provincie restava colpita a morte. L'obbligo di un esame di ammissione agli studi superiori creava ai giovani un vincolo gravoso. Ed ecco quindi proteste, critiche, controproposte da ogni parte, in parecchi cari anche mancata applicazione del regolamento agli inizi del nuovo anno. *
Eppure quasi tutte queste clausole, dopo gli attacchi di cui furono oggetto, restarono in vigore o furono di poco modificate. Lo scandalo si fermò sulla
J) Lettera del 4 aprile 803, riportata da IT. BIANCHI. Corto Mwteuceì e*., p. 424.
a) Una rispetta a tali oppouzfoai cerco di dare il Matteoeci con txn artfcea ed pascolo intitolato Seaiarfiaead tutta fejye 3 luglio Vile Iosa umWjite/ie, ai rfgolomrn guttnh dtìU unitrrttià. Torino, 1863, pp. 12.