Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; MAMELI GIORGIO
anno <1918>   pagina <596>
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r. Gonni
poi. fi dissidio era insanabile. Se Albini dovette accettare Giorgio Mameli fra i comandanti delle sue fregate, all'entrata in campagna, perchè S. A. S. Eugenio di Savoia-Carignano giustamente lo volle, non s'era acquietata in lui la brama di fargli pesare la sua avver­sione, quando le circostanze glielo avessero permesso.
Fin dai primi giorni della campagna del '48, nell'alto Adriatico, Tammiraglio Albini lo trattava con eccessiva e non giustificata severità. Lo teneva con un crescente pugno di ferro . Cosi la marchesa Adelaide Zoagli-Manieli, moglie di Giorgio, dal quale rice­veva notizie della flotta, scriveva al figlio Goffredo, che era sui campi lombardi con Mazzini e con Garibaldi.
Anche il ff. Comandante generale della Regia Marina sarda, -tale he era il titolo - l'ammiraglio Francesco Serra, che aveva sosti­tuito nella caricailprincipe Eugenio, divenuto luogotenente del Regno, non l'aveva sul suo buon libro. La soldatesca franchezza, il fiero e leale carattere di Giorgio Mameli - in nessuna circostanza mai ve­nuti meno - lo rendevano inviso alle alte sfere della Marina sarda, primo, perchè quei sentimenti non v'erano apprezzati, secondo, perchè quelle sue doti morali lo facevano un ufficiale su cui non era possi­bile contare, allorché i meschini e partigiani affari interni della Ma­rina sarda esigevano una sommissione che non ammetteva discus­sione, una pieghevolezza pronta ed incondizionata.
L'educazione gesuiticamente coercitiva ricevuta dalla maggior parte degli ufficiali della Marina sarda n'era la causa e la ragione. Possedere indipendenza d'idee era per loro condannare il cortigianesco e tortuoso modo di procedere pel quale essi si procacciavano gradi e prebende. La disciplina militare, si badi bene, in tutto questo non entrava! affetto.- Giorgio Mameli ne fu sempre un convinto assertore e lo dimostrò a fatti. Era semplicemente la tendenza a voler ri­durre al loro meschino livello morale lui, che poggiava" coli'animo tanto più alto. D'altra parte Giorgio Mameli ricambiava fieramente l'ostilità che gli prodigavano. E seppure a costoro si volesse conce­dere come attenuante la vivacità di temperamento del Mameli per giustificare il loro modo di procedere verso di lui, sarebbe a doman­darsi se la vivacità del temperamento - del resto sempre contenuta nei limiti della disciplina - costituisse per un soldato un difetto tale
da farlo avversare.
Accennato brevemente, per l'intelligenza dei fatti, alle cause ge­nerali dei tipico dissidio Mameli-Albini, proseguiamo nella nostra
narrazione.
S'è detto avanti come sul finire del '48 il comandante della Des Geneys conseguisse la promozione a contrammiraglio. Questa