Rassegna storica del Risorgimento
UNIVERSIT? ; ISTRUZIONE PUBBLICA
anno
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1958
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pagina
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594
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S94 Attorta Orazio/o
di direttive, le miopie uiunirinalùitiche veoUro a trasformarti in sano deal* derio di ricerco dell* personalità ntonoinU diagli lattarti, delle discipline, detto scuole. Si trattava di Idee coltivato de va gruppo di pcnwnalità sii mutali, idee che però riuscivano ingrate a ehi reggeva le fila drlla grande politica, e impopolari alla pubblica opinione* Per cruento rimasero el di qua. di ogni realizzazione, al di qua penino di un dibattito nelle astemblee legislative nazionali, e Bolla lasciarono di tè nella realtà universitaria 0 scientifico. Questa realtà retta caratterizzata dotto irrazionale e caotica distribuzione delle aedi, dalla improvvisata varietà degli insegnamenti e degli latitati, a fianco di un crescente accentramento burocrotieo-ammini-strativo.
4. Da Gtrtonlì a Sòoloja e a Bonghi: unitili untativi di ttonomi* e di riforma. - Che tuttavia questa atmosfera di irrisolutezza, questa stagnazione lasciaste inaoddùifatic molte esigenze di fondo, ed anzi finisse per creare nuovi squilibri rispetto ai problemi di costruzione di uno Stato moderno, ee lo dimostra il travaglio che tormentò senza interruzione i Ministeri e i ministri nei riguardi della questione universitaria, fino alla caduta della Destra. Altri grossi problemi erano all'ordine del giorno nel settore della pubblica intru-riono intorno al 1870, e rivestivano carattere eminentemente politico, come quello delle scuole elementari e quello dell'insegnamento religioso e teologico. Ha ai riaffacciavano pure quelli della ricerca scientifica, dell'ordinamento accademico detta preparazione dei profcsrionigti e dei quadri intellettuali. Prima ancora che l'Italia a Roma.1 risollevasse il problema politico-morale del significato stesa detta rivoluzione risorgimentale, la disputa sull'assetto universitario procedeva come parte detta ricerca di un più organico ordinamento statale. E in essa quindi manteneva risalto la polemica tra quanti avrebbero volato l'abolizione di numerosi atenei minori e chi all'opposto chiedeva nuove autonomie sia attraverso la sopravvivenza dì tutte le sedi che attraverso uni versiti libere o istituti e facoltà dotati di vita propria.
Momenti di più intensa attività politico-militare talvolta attutirono l'attualità di questo ordine di problemi, ma caso ritornava continuamente alla superficie. Lo richiamavano, non foss*altro, gli studiosi dello miserie detta scuola italiana e i riformatori armati di buone intenzioni che andavano scrivendo articoli, memorie, indirizzi al governo. Se al tempo di Cado Mot-teucci non mancava chi, come il Corridi, ti presentava addirittura un precìso disegno di legge in nove titoli e 37 articoli, " ispirato atta più radicale libertà degli studi, anche più tordi, sotto la gestione Menabrea e con Emilio Broglio al dicastero detta P. I., scriveva, ad esempio, Damele Pattaveri un libro intero per dimostrare le carenze del ministero, l'imperio detta burocrazia, la urgenza di ridurre le università al massimo di <e unità e semplicità a;5* e incalzava Carlo Moretti, chiedendo meno ingerenze da parte del eentro amministra-rivo, fatto dominatore solo ed esclusivo di tutti . *'
1) Fruirò Censo, D* V*n**ifnmrra tmpirimr m fitti*, a prpcu f proJH d W te Jf. Is Smauur C Afìàcrf. l'ari, 1862, pp. 16.
3) DJUUZUI PAXAVKM, II M ÌKMMT Mia PuhUicm htnmiim, Bmri*-Vr<on, 1*68, pp. 223.
3) CASSO Moaaux, JI- Co*** (a PulUkm ittnafon* /tatù. Terno, 1868. pp. 48.