Rassegna storica del Risorgimento
DAVOLI GAETANO
anno
<
1958
>
pagina
<
607
>
Gattona llawU garibaldino libertario 607
compagno di fede;-v La corrispondenza dei moderati lo dava nelle inani stosc del canonica Cam urani, il anale andava o riceverla eolio ma beilo carrozza di fasto, sovente ÌB compagnia di ignoro delie quali uno cpptt poi eaaer la moglie dell'alloro profugo avvocato Chiesi; quella mazziniana, invece, andavo o prenderla, poco distante dolio città,, un vecchio Ingegnere , 'I che non et è stato possibile identificare. Era il vero tipo del soldato di cavalleria di quel tempi ce Io deocrive l'amico tuo Pomelli.. Superava di poco lo medio statura, mo era largo di palle e di torace e forte in gambe; e siccome era biondo e con lunghi baffi ed occhi cerulei, sembrava in verità più di famiglia teutonica che italiana; ma guai a dirglielo: andava ubico in bestia .3l
La sua vita di battaglie cominciò alla attilla del 1859. Lasciati i cavalli e la diligenza, corse in Piemonte, ove venne arruolato in un reggimento di linea regolare e mandato al campo. Gli fu* cosi, possibile essere alla battaglia di San Martino e, narra un suo commilitone o concittadino, che il capitano comandante la compagnia lo obbligò a stare comò gli altri in quadriglia e con. il ginocchio a tetra, perchè ai ostinava a tare in piedi, offrendo di so maggior bersaglio.
Conclusa la campagna, tornò a cava, ai cavalli e alla diligenza. Ma, essendo venuto in Emilia e sostando anche a Reggio Giuseppe Garibaldi, che chiamava alle armi la gioventù, scappò di nuovo da casa e andò ad arruolami nel reggimento Ussari di Piacenza; se non che, giunta la nuova dello sbarco di Marsala, insofferente degli indugi, disertò per raggiungere i volontari garibaldini. Fu invece preso lungo la strada e messo in prigione a meditare sulle proprie impazienze. Riconosciutagli la buona intenzione, venne rimesso in libertà ed egli ne approfittò subito per disertare di nuovo e correre in Sicilia con la colonna Medici, riuscendogli cosi di prender parte alla battaglia di Milazzo. Saputo che, oltrepassato i garibaldini lo Stretto, si stava organizzando uno squadrone di cavalleria, senti risorgere in è la passione equina e ai presentò. Venne accolto e fa per lui ano grande gioia: gagliardi erano i cavalli, bellissime lo uniformi, superbe le sciabole; in piò, italiani e ungheresi affratellati in quello squadrone. In una carica alla battaglia del Volturno, che decise lo sorti della campagna, si fece molto onore.
Conelusa l'impresa dei Mille, tornò casa, ma stando sempre sul ehi vive. La diana suonò nel '62 al grido di e Roma o morte , ed' egli corso di nuovo per raggiungere il Generale, ma anche questa volta venne fermato lungo la strada, imprigionato e rilasciato solo dopo Aspromonte. IH nuovo, quindi, a Reggio, ai cavalli e alla diligenza, ma imbronciato e deluso. E soprattutto anelante all'azione. La polizia lo teneva d'occhio, tanto che nel '65 lo arrestò giudicandolo persona d'animo vile e trista. Nove mesi di carcere dovette subire, ma non si piegò. Non appena libero, raggiunse Garibaldi sulle Alpi e fu presente a Bezxecca. Sopraggiunto l'armistizio e 1* Obbedisco di Garibaldi, ed essendo scoppiata l'insurrezione cretese, corso in Grecia, ove incontrò la sua anima gemella, dico Amilcare Cipriani, con il
t) Crossmc Poxaxu. Patrioti * eUatt* reggiani dd Risorgimento. Reggio Emilia, Cooperativa lavorasti topografi, 1915* pp. 33-34. >) dosami POMELLI, *p. di, p. 34.