Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; MAMELI GIORGIO
anno <1918>   pagina <599>
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genovesi, i più interventisti del Regno. Il nostro contrammiraglio partecipa alla tristezza generale per la sconfitta immeritata. Che cos'era mai il suo dolore privato di fronte alla sventura della patria? Ben poca cosa. Tuttavìa la fede non è infranta in lui, come i suoi concittadini non disperano che si possa ricacciare il nemico invasore. Anzi costoro vorrebbero che il Governo da Torino si trasferisse a Genova, e da qui dirigesse la nuova guerra di liberazione. Le pas­sioni tumultuando sempre più, determinano quella sommossa, nota sotto il nome di fatti di Genova , dei primi di aprile, per la quale il popolo genovese s'impossessò dell'arsenale marittimo (la Darsena). Il professore Federico Alizeri, testimone dei fatti, in una sua me­moria tuttora inedita e conservata nel Museo storico del Risorgi­mento della superba, così ne narra:
Il popolo tumultuante domanda al vice ammiraglio Serra che ceda l'arsenale. Questi nega d'accettare tale domanda, ma chiede a sua volta tempo per adunare un consiglio di ufficiali. Il tempo è concesso, ma tutto andava a talento della folla che, imbaldan- zita dalla poca difesa dell'arsenale, incominciò forsennata l'attacco.
Poco mancò ohe l'ebrezza plebea partorisse qui danni che l'altrui prudenza studiò prevenire : di che n'è prova un fatto non indegno a narrarsi e perchè attesta qual fosse nelle armi nostre e <<-.l'ordine e il senno. Ad un cannone, appostato direttamente all'in- gresso, stava un uomo del volgo, il quale, o furioso o ebbro, con- tento di sé purché sparasse, già accostava la miccia quando la calca festante riempiva il portico e l'atrio della Darsena. Vede quel matto il contrammiraglio Mameli, che sollecito dei casi giun- geva in quell'istante ; i'avventarglisi a braccia aperte, trattenerlo con atto benigno e franco, e gridargli: " a chi ferisci?,, fu un punto solo. E colui : " che m'importa di questo? mi fu imposto di far fuoco, eseguisco gli ordini... Ed eseguiva con assai morti di cittadini se il coraggioso ufficiale noi distoglieva con amorevole violenza.
Rotto ogni ritegno, e invasa la Darsena dalla folla sovracre- scente, e dentro e fuori fu diverso spettacolo. I soldati navali uscendo sulla piazza si mescolavano al popolo; era un abbrac- darsi, un giubilo, un tripudio frenetico, nuovo, vantandosi gli uni di facile conquista, gli altri dì certa licenza. Presero solamente le armi ; la moltitudine fu cieca, intemperante, non ladra .
Ed ecco il nostro contrammiraglio Mameli, lasciato disponibile, senza impiego, dal Comandante generale della regia Marina, che ac­corre generosamente quando la sede della Marina è in procinto d'essere svaligiata. Ma se egli accorse al suo posto, per quanto virtualmente