Rassegna storica del Risorgimento
1849 ; MAMELI GIORGIO
anno
<
1918
>
pagina
<
602
>
602
Q. Gonni
vi volle vedere in quei fatti deplorevoli, avvenuti a Capo Salvore, un pensiero repubblicano che non era mai esistito. Ma si ragionava cosi. A Genova le idee repubblicane, s'è detto già, se erano sopite non furono mai spente..L'assalto dato alla Darsena, l'affratellamento fra marinai e popolari, avvenuto allorché la Darsena fu invasa, le grida contro il Governo di Torino, responsabile della disfatta di Novara, le grida avverse anche alla persona del Re - nel calore esasperante poco si ragiona - fecero sì ohe si suppose essere i marinai della flotta partecipi dell'idee repubblicane.
M non si badò più* allora, dove e come si colpisse. Con frenetica furia coercitiva si soffocò la Marina. Fra i colpiti - senza che la minima colpa potesse essergli rinfacciata- fu il contrammiraglio Giorgio Mameli.
Terminati i processi a carico dei marinai, così detti ribelli, nella prima quindicina di maggio, mentre un altro processo di ben più alta importanza si svolgeva a carico del generale Ramorino- una vittima della giornata di Novara -, reo di disubbidienza, fino a un certo punto, secondo i documenti ultimi venuti in luce, non mal di tradimento, i dirigenti della Marina sarda pensarono che era giùnto il momento buono per liberarsi definitivamente dell'ammiraglio Mameli. Non era questi ben visto dagli equipaggi che si erano ribellati? Non era questi popolare fra i Genovesi che avevano assaltato la Darsena? Non era questi padre di Goffredo volato a Roma a combattere nell'esercito repubblicano? Tre giorni dopo che Ramorino venne fucilato sul Campo di Marte a Torino, il 25 maggio, Giorgio Mameli, senza ch'egli lontanamente lo sospettasse, era d'autorità collocato a riposo. Finalmente l'implacabile animosità delle alte sfere della Marina sarda era giunta a colpirlo a morte. Era gente tremenda questa negli odi. Se tanta tenacia avessero applicata nell'agire, si sa-. rebbero coperti di gloria, si sarebbero segnalati fra i più chiari soldati. Invece, ohimè, era l'intransigenza settaria, limitata, circoscritta alla loro conventicola egoisticamente piccina e miserevole, era l'in-
questi fatti commovessero 1 nostri bravi mulinai ; tutti erano determinati a vin cere o a morire. Ma, ohimè... quoll 'entusiasmo, quell'impeto generoso fu sciupato 4 da inutili fatiche e da miserevoli privazioni. Da noi nulla si tonto, mentre gran parte potevamo prendere al destini di questa troppo Infelice Italia.
Voi ben sapete come questa Marina, altro volte gloria della nostra nazione, eia stata dispersa, annientata, senz'altro colpa di quella dell'entusiasmo nazto- naie ; quindi io spero ohe vorrete essere cortesi del vostro appoggio a quei pochi ohe ancora vi rimangono *