Rassegna storica del Risorgimento
SALVEMINI GAETANO
anno
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1959
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pagina
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66
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66 Gianni Sqfri
le tardive professioni di fede patriottica dell'ex generale borbonico senza chiarire e limitare il senso del proprio giudizio positivo su di lui: noi non possiamo dissimulare il nostro parere, che questo mettere sullo stesso piano chi lottò e soffrì sotto gli antichi regimi per conquistare all'Italia un'esistenza di nazione e chi s'offrì a cose compiute per non aver avuto la ventura di partecipare al grande lavoro, questo mescolare in un unico giudizio gli apostoli e i martiri con i convertiti, riducendo tutto a un affare di " circostanze fortuite e di " sorte , è ingiusto e ci si consenta la franchezza è troppo audace (p. 31). E, riprendendo la sua avversione al Risorgimento dei moderati e alla Destra, egli vedeva nel Pianeti un caso fra i tanti, tale da assumere quasi un valore simbolico: la Destra conservatrice non fu in fondo che il partito dei vecchi moderati autonomisti del 1846, desiderosi di rimanere fedeli ai sovrani locali, ma costretti dalle loro convinzioni costituzionali e nazionali ad abbandonare i sovrani retrogradi e ad adattarsi all'unità raccogliendosi intorno al nucleo conservatore piemontese (p. 24).
Ma quel che più stupisce in questo articolo, dopo tanti frettolosi giudizi sulla rigidità e gli schematismi del Salvemini, storico della scuola economico giuridica , è la finezza con la quale egli esamina la complessa psicologia del generale borbonico: una finezza che altre volte, forse, egli castigo e subordinò ad esigenze di chiarezza e di linearità, ma che qui si esprime liberamente, favorita anche dal tipo stesso dei documenti adoperati, e cioè le lettere del Pianeti, che a cura della vedova erano state pubblicate poco tempo prima. Già a proposito degli studi sul Medioevo il Sestan ha espresso i suoi dubbi su una considerazione del Salvemini come prodotto tipico di una nuova scuola economico giuridica , avvertendo che almeno, i due termini non sono sul medesimo piano: non solo il momento- economico ha una parte molto maggiore del momento giuridico, ma altresì il momento giuridicoistituzionale è presentato come un prodotto o un riflesso (una sovrastruttura?) del momento economico, non come una forza che agisca per se stessa . *?. Ma forse più ancora che per quanto riguarda gli studi medievali, la formula di scuola e cono in ico-giuridica si rivela inadeguata a comprendere e ad esaurire il Salvemini storico per chi ne esamini gli studi di storia del Risorgimento. Rileggendo oggi le sue pagine non si può non vedere, come ha scritto il Venturi, quanto egli fosse libero da quegli schemi che gli vennero poi attribuiti , come egli crei ogni volta il suo metodo, né venga ad applicare questa o quella teoria, questo o quello schema storiografico prestabilito alla realtà che sta studiando . 2)
Certamente non si può dimenticare che, a partire dal 1893, il Salvemini aveva letto II 18 Brumaio e Le lotte di classe in Francia e ne era stato scosso dal suo sonno dogmatico e convertito al materialismo storico. 9) Ne ricavò sostanzialmente un invito a sollevare il velo delle apparenze, dei fenomeni puramente politici, per mostrare le concrete motivazioni di classe che stavano alla base di quei fenomeni. E vero che Marx era arrivato al Salvemini assieme alle dottrine positiviste del Loria, del Ferri, del Lombroso: e il Ragionieri ha osservato come egli non abbia colto del materialismo storico un aspetto essen
ti E. SESTAN, Salvemini medievidiata, cit., p. 88. 2) F. VBWTUBI, op. ci*., p. 1796. *) E. TACLIACOZZO, op. cit., p. 16.