Rassegna storica del Risorgimento

ROMA ; CANNIZZARO STANISLAO ; MUSEI
anno <1959>   pagina <74>
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Emilia Morelli
ma come si può conservare la regolarità delle forme in questo disordine e sfacelo generale. Bisogna evitare il male maggiore di vedere la forza senza soldo darsi ad inquietare i comuni per cui passa . Egli non sarà il solo a doversi giu­stificare in esilio sull'impiego del pubblico danaro il Governo restaurato sarà largo di accuse sull'argomento e lo farà da Parigi) nel giugno 1850, rivolgendosi al Cordova; conosciamo il tenore della difesa da una lettera al Parlato del 16 giugno, nella quale annuncia anche il suo ritorno a Genova, previsto per l'agosto, nella speranza di procurarmi una situazione qualun­que, anche facendo il maestro di leggere e scrivere . Andrà, invece, ad Ales­sandria.
Al perìodo dell'esilio ci riportano le copie di una serie di lettere che trattano delle difficoltà finanziarie di Giuseppe La Masa e l'angosciato appello di Seba­stiano Parlato al Cannizzaro (Torino, 24 ottobre 1855), che chiede una raccoman­dazione per entrare nella Legione anglo-italiana, sogno che accarezzarono molti di coloro che non erano ancora riusciti a trovare lavoro e sistemazione con­veniente in esilio, in quegli anni nei quali la crisi morale e materiale appa­riva senza speranza. Lo faccio a malincore scrive l'amico essendo eerto che si va per morire ma qui si more ogni giorno senza mezzi. Io non avrei fatto mai questa risoluzione se avrei trovato anche di guadagnarmi un pane solo.
Alla Sicilia ci riporta una lettera da Palermo del 4 settembre 1858 di Giuseppe De Spuches Buffo. Questi invia una sua biografia sommaria come presentazione per alcune poesie da stampare in Piemonte e desidera che Mcrcantini continui a spedirgli La donna.
L'isola è libera, ma il Napoletano ancora attende. Demetrio Salazaro da Firenze, il 16 luglio 1860, annunzia la sua partenza per Napoli: in dove, io so, v'è moltissimo pericolo, ed è perciò ch'io ci vado per poter occorrendo gettare una pietra contro il vecchio edilizio che crolla!... La rivoluzione colà deve essere inevitabile o presto o fra qualche mese, ed è perciò che necessita vi fossero quanti più si può che sentono profondamente il principio dell'unità . La Cala­bria dava buone speranze: Io sono rimasto assai sorpreso, stando in Calabria è nota l'azione del Salazaro nel 1859, quando era stato a Reggio per curare il padre , nel vedere quelle popolazioni educate in pochi anni come se avessero avuto un decennio di vita politica .
Comincia la vita italiana della Sicilia e Vittoria De Spuches, frammezzo a not izic familiari, avverte il Cannizzaro il 4 febbraio 1861 che La Farina ha fatto intrighi da provvedersene anche al di là della sua vita e resultare graduato nell'altro mondo .
Nel 1869 Vincenzo Cordova chiede un attestato per poter ottenere la fa­scetta del 1849 e riferisce, insieme, che il presidente in ritiro Arista appartiene agli autonomo-clerieo-ljorbonici , dice il succennato partito in maggioranza e ritiene il general Medici ingannato dagli unitari . Le lettere, però, più interes­santi di questa piccola raccolta sono quelle del 1874-75, all'epoca, cioè, della presentazione al Parlamento delle leggi eccezionali di Pubblica sicurezza. L'in­tervento del Cannizzaro è sollecitato da Niccolò Turrisi Colonna, ohe non vede la necessità dì nuovi provvedimenti: secondo lui basterebbe il rafforzamento e l'accordo tra questura, carabinieri, militi a cavallo e truppa, ma, soprattutto, una minor lentezza da parte della magistratura. Ma è meglio leggere per intero una delle sue lettere*