Rassegna storica del Risorgimento

BOURGIN GEORGES
anno <1959>   pagina <79>
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AMICI SCOMPARSI
GEORGES BOURGIN (17 MARZO 1879-17 SETTEMBRE 1958)
U primo incontro con Lui, indiretto e per molti anni destinato a non aver seguito, rìsale molto addietro nel tempo. Un giovane amico comune, Carlo Zaghi, aveva ottenuto per chi scrive dalla Sua affettuosa comprensione per sii studiosi italiani alcune preziose indicazioni riguardanti Felice Orsini. Ne era seguita, tra settembre e ottobre 1936, una cordiale corrispondenza, dalla quale, a vantaggio della biblioteca dell'Istituto, era venuto anche, per Suo diretto intervento, il completamento della collezione della Revolution de 1848. Qualche scambio di pubblicazioni e di cortesie e, poi, il tormentoso silenzio della guerra.
Era stato dei primissimi, però, a riprendere contatto con storici italiani, anche con quelli che conosceva soltanto per corrispondenza o per la lettura di qualche lavoro, di cui aveva dato notizia nelle Sue infornaatissime rassegne nella Revue historique. L'antico alunno dell'Ecole francaise, i cui saggi sul periodo rivoluzionario e, soprattutto, le Etudes relatives à la période du Risorgimento en Italie (1911) erano apparsi subito di notevole importanza per una impostazione disincantata e seriamente documentata sull'epoca, che, all'alba di questo secolo, i ipiù tra gli storici italiani professionisti ancora sdegnavano, abbandonandola alla onesta retorica delle rivendicazioni di parte e delle celebrazioni patriottiche, aveva serbato intatto il Suo amore per l'Italia e la Sua simpatia per gli Italiani. Amore e simpatia, che gli dureranno fino agli ultimi anni e gli faranno gridare, (piando, per motivi di salute, non potrà venire al nostro Congresso di Messina, j'ai besoin de lumière, de soleil, de la sonorité de votre languel .
Di grande stima e di vivissima cordialità era stato ricambiato dai Suoi amici italiani, che riconoscevano in Lui il capo ideale e veramente benemerito della non foltissima schiera degli studiosi francesi, che si occupavano della storia più recente del nostro paese. Della quale si interessava non solo ritraendone in sin­gole monografie momenti, aspetti e figure, ma traducendo opere di scrittori nostri o tentando sintesi d'insieme, come Laformation de Vunite italienne (1929), accolta con qualche riserva, che non intaccava il merito sostanziale dell'opera, o quella piccola Histoire d'Italie (194-8), preparata proprio in vista di un grande centenario che avrebbe dovuto rinsaldare, secondo le Sue aspirazioni, i legami fra gli storici dei due paesi. Fin da quando stava lavorando a quel volumetto chiedeva, infatti, con insistenza quali pubblicazioni stessero preparando gli studiosi italiani e, cosa che-gli stava grandemente a cuore, se tra questi ultimi ve ne fossero alcuni disposti a recarsi a Parigi à un congrcs historique dont j'ai l'idée (14 aprile 1947).
Milano, con la sua generosa accoglienza e con la mirabile cornice delXXVII Congresso di storia del Risorgimento offrì modo a Bourgin e ad un folto gruppo di storici francesi di prendere diretto contatto con i collcghi italiani e di strìngere nuovi vincoli d'amicizia o rafforzare gli antichi. Conoscere Georges Bourgin e non amarlo era impossibile. Il viso arguto, mobilissimo, la parola che gli fluiva rapida e colorita dalla barbicke pepe e sale che lo rendeva inconfondibile, la commossa fraternità delle Sue premure, tatto contribuiva a fare dello studioso