Rassegna storica del Risorgimento

BOURGIN GEORGES
anno <1959>   pagina <86>
immagine non disponibile

86 Libri e periodici
istoria... attraverso una analisi scientifica della documentazione riguardante il ano inter­vento personale negli avvenimenti (p. 15).
A questa analisi il Tarlo dedica circa trecento pagine, nelle quali la vivacità dell'espo­sizione ravviva la rigorosa ricostruzione degli avvenimenti senza la minima concessione, non dirò al romanzesco, ma alla aneddotica, che è di solito pascolo abbondante dei biografi di mestiere.
Nel complesso i risultati ottenuti dal Tarle debbono essere positivamente valutati, anche se qualche giudizio particolare rifiuta il nostro consenso. Si veda, ad esempio, quanto l'autore dice del Castlercagh, concordando col Metternich nel considerarlo un diplomatico di ordinarie capacità, un mediocre routinier (p. 183), quando oggi gli studiosi ritengono il ministro degli esteri inglesi il vero arbitro del congresso di Vienna.
Cosi pure il sopravvalutare l'abilità dell'imperatore Alessandro ci sembra condanna­bile sul piano scientifico e comprensibile solo entro i limiti di una malcelata ammirazione, per uomini e cose della propria terra.
Ma por con queste ed altre marginali riserve, il libro dello storico russo è opera indub-blamente felice e di largo interesse. GIANCARLO D'ADAMO
ANGIOLO GAMBARO, Sulle orme del Lamennais in Italia, volume I: H Lamentiesisriió a Torino; Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1958, in 8, pp, 320. L. 3500.
MICHELANGELO MENDEELA, Lamennais verso la democrazia; Napoli, Libreria Scientifica editrice, 1958, in 8, pp. 157. L. 1300.
La documentazione r lativa all'influenza esercitata in Italia dal Lamennais è invero molto accresciuta, specie in questi, ultimi anni; ma mancava un lavoro d'insieme che si occupasse, criticamente e conclusivamente, dei molteplici interessi suscitati negli ambienti colti della Penisola dal fervente polemista. Ha provveduto ora alla bisogna Angiolo Gambaro. uno studioso ben noto per le numerose e apprezzate ricerche, con un'ampia opera, articolata in tre densi volami corrispondenti alle tre fasi della sua evoluzione spi­rituale, e cioè la teocrazia pura, il cattolicismo liberale, la democrazia laica. Con quale esem­plare accuratezza e con quale mirabile serietà di metodo il Gambaro si sia accinto al suo arduo compito testimonia di già il primo di essi, uscito testé (gli altri due lo seguiranno prestamente), ricco di curiose e précise notizie, poggiate su di una solidissima base di fonti edite e di ritrovamenti di archivi, circa i riflessi del Lamennais della prima maniera nel nostro paese, e particolarmente a Torino, ove si costituì un vero e proprio centro lamen -nesiano. Lo precede una rapida, ma succosa, disamina della dottrina filosofica del Nostro con lucidi richiami alle varie forme assunte, in apparenza contradditorie: dottrina in verità artificiosa e con scarsa aderenza alla realtà storica, non destituita per altro d'importanza sia perii suo carattere divinatorio (come acutamente dice l'A.) sia per l'impronta data ad azioni e reazioni che giovarono senza dubbio ad alimentare di nuove linfe la vita sociale del tempo.
Che sia dalla prima fase del suo pensiero il Lamennais avesse annodati rapporti in Italia (ad esempio, con Giuseppe Baraldi e i conti Ricci di Modena, con l'arcivescovo Lambru chini di Genova, con il p. Ventura) era còsa noti ignota; ma sorprenderà non pochi il sapere che nella capitale piemontese più ohe altrove egli abbia avuto rapporti causi* derevoH e particolarmente con le pia eminenti personalità dell'aristocrazia, del clero e della cultura, e che tosti del grande scrittore vi siano stati stampati ben presto nella lingua originale o in veste italiana. Il fatto è (come dimostra l'A.) che a subirne l'influenza nessun ambiente in quel periodo era più adatto del torinese, timorato in religione, incondizio­natamente attaccato alla monarchi, avversò a tutto dò che sapesse di rivoluzione e di illuminismo. Già sin dal 1780 vi era sorta un* Associazione cristiana , fondata da un gesuita svizzero, la quale accoglieva un gruppo scelto di uomini e di donne, ispirati tutti ni prìncipi dell'ortodossia più romanamente pura, e intesi ad attendere, oltreché alla propria santificazione, alla dilatazione del regno di Cristo mediante soprattutto hi diffu­sione di opere religiose.