Rassegna storica del Risorgimento

BOURGIN GEORGES
anno <1959>   pagina <89>
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Libri e periodici 89
prima risiedere nel Cattolicismo sotto la forma ultramontana; poi nell'idea repubblicana, e cioè nell'alleanza della Chiesa non più con la monarchia* ma con il popolo; infine scopri che* al contrario, esso doveva appartenere soltanto alla sovranità popolare. Anche il pro­gresso nell'ultimo stadio del suo pensiero non procede dall'iniziativa singola; ma dall'Essere infinito* che Io rivela a poco a poco non a ciascuno individualmente, ma a tutto il genere umano. Comunque* il lavoro del Mendclla merita di essere segnalato, perchè porta qualche luce nuova su di una figura tra le più inquietanti della storia religiosa e politica del primo Ottocento.
MARINO CIRAVEGNÀ
GIUSEPPE SANTONASTASO, il Neo-liberalismo di Giuseppe Mazzini; Bari, Adriatica editrice* 1958, in 8, pp. 211. L. 1500.
un'indagine penetrante della formazione spirituale del Mazzini* particolarmente studiata sulla scorta di un prezioso materiale archivistico* nell'atmosfera di critica e di cultura sociale di Lione e di Marsiglia. Il denso lavoro di Santonastaso, condotto con me­todo severo e ricco di febei intuizioni, meriterebbe una disamina minuta; ma, per la tiran­nia dello spazio* ci limiteremo a toccare i punti essenziali* sorvolando sulle pagine sia pure interessanti (ad esempio, quelle informatissime dedicate al profilo biografico), ma che non portano alle nostre conoscenze nuovi notevoli contributi.
I primi elementi* atti a chiarire e a illuminare come si è venuta svolgendo la persona­lità del Mazzini, sono ricercati dall'A nell'influsso da lui subito, oltre che dallo studio della tradizione letteraria italiana e dal culto di Dante* ' ) dalla lettura delle opere del Cousin e del Joufroy, delle cui dottrine il Santonastaso ci offre una visione ampia e precisa. Indub­biamente la lotta che ardentemente ingaggiava il Cousin contro le teorie meccanicistiche e utilitaristiche del suo tempo e l'ideologia della perfezione considerata come fine precipuo délTumanità devono aver alimentato nel Mazzini giovine Panala di rinnovamento* ma bisogna tener presente, a mio avviso* che non a lui propriamente fu debitore del concetto storicistico delle vicende dei popoli come ricerca del progresso,, se già egli l'aveva appreso, oltre che da Dante, dal Vico, tradotto dal Michelet, dallo Herder* tradotto dal Quinet, dal Guizot e dal Mignet. H Cousin su per giù ripeteva le stesse cose, spesso arbitrariamente travisandole specie nei suoi corsi alla Sorbona, poiché, se fu un espositore brillantissimo e infocato si da rapire all'entusiasmo gli uditori e se in tal modo, ma segnatamente con le sue molteplici eleganti traduzioni di scrittori antichi e moderni e con i suoi saggi pieni di vasta erudizione riuscì ad agire (dice assai bene il Santonastaso) come fermento critico e come riscossa contro l'indifferenza dei più* non fu punto per altro, checché si dica, un pensatore originale, poiché gli fece alquanto difetto l'abito speculativo. 2)
Si rifaceva per lo più a Herder e specialmente a Hegel e perciò* seguendone gli schemi logici* nel processo dell'Idea poneva il segno della rinascita politica e della finale trasformazione dei popoli* il cui avanzamento era da lui rappresentato particolarmente
') Dante, in verità, più di ogni altro diede sostanza alla mente e al cuore di Mazzini giovine. E a Dante il Mazzini si senti legato per tutta la vita. Ancora nel 1864, scrivendo a Daniel Stern* ricordava: l'avons pria tout jeunes pour notre patron perchè Dante pousse à la mission* au devoir* à l'action* à la souffrance, au martyre . Più che al poema immortale egli dava importanza alle opere minori, specie alla Monarchia , nella quale trovava registrate le parti migliori di uno Scuola che dai più si ritiene escita di Francia e cioè: la vita collettiva del genere umano, la legge di continuo sviluppo che la governa, l'associazione più e sempre più estesa per la quale si compie, lo teorica del Dovere.
(Sempre utile* ancorché scritto ai primi del novecento il bello articolo su Dante e Mazzini di Raffaele V. Foà, ora inserito nel suo volume postumo, Uarle e la vita di Giuseppe MasswwY Genova, A M, X.,. 1956).
2) Vedi, soprattutto di BENEDETTO CUOCE, Storia ddVEurùpa nel secolo decimonono * Bari, Laterza, 3U edizione, 1952, pp, 90-91.