Rassegna storica del Risorgimento
BOURGIN GEORGES
anno
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1959
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pagina
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97
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Libri e periodici 97
Il lìmite obbiettivo, del resto, insita in, ogni soluzione politica del rapporto Italia-Balcani stava allora, come, seppur in altra misura in tempi più recenti, nel problema della Venezia e del confine orientale. U progetto Artam (p. 202 ss.) segna la contraddizione, insuperabile anche per Cavour, ira politica nazionale contingente e visione dell'avvenire. Le polemiche antitaliane del Kvatcrnik, che Tamborra studia con acume (p. 227 ss.), ne son chiara prova, e non si può dire se Cavour avrebbe scelto l'uno o l'altro corno del dilemma, qualora fosse stato posto di fronte alla questione di Trieste, dell'Istria, della Dalmazia (vedi gli interessanti spunti di p. 235).
L'oscillazione tra interessi e ideali si ritrova a proposito dell'unità nazionale romena: favorire l'unione della Moldavia e della Valacchia come mezzo per fermare l'avanzata russa (ed era un mezzo evidentemente inadeguato), o come fine in se, per l'attuazione sia pur parziale, ch'essa comportava, d'un disegno nazionale? Il giudizio delTA., equilibrato e attento ai vari aspetti della vicenda (e in particolare alla missione Benzi, p. 259 ss,), permette ancora una volta di cogliere nel suo movimento concreto la complessa natura del realismo cavouriano, sempre in tensione fra soluzioni di utilità immediata e soluzioni ideali. Ma ribadisce, con la freddezza del conte verso le richieste del Cuza dopo l'inizio della guerra in, Italia (p. 290 ss.), la logica priorità, nella politica cavouriana, delle esigenze del presente sui motivi ideali dell'avvenire, della spinta s atalenazionale su quella popolare-europeiatica del Quarantotto. L'atteggiamento verso le prospettive di una conversione dei Bulgari al cattolicesimo (vedi spec. p. 324 ss.) è la conferma, e converso, di questo.
L'opera di Tamborra si chiude con due capitoli sulla polìtica ricasoliana verso la Grecia e sui progetti di confederazione danubiano-balcanica, che si possono considerare quasi un'appendice al volume, specialmente in quanto documentano, l'ultimo in particolare, fl persistere della preoccupazione che spinge molti Italiani e Cavour ad opporre argini alla marcia russa: che è appunto, rispetto alla questione orientale e balcanica, l'elemento di continuità, nelle sue varie e complesse componenti, tra il periodo studiato dall'A. e la storia del Segno. Angelo Tamborra ba il merito di averlo costantemente sottolineato e di aver dato di tutto il problema una ricostruzione attenta e ricca, e tanto più apprezzabile quanto più. è da lamentare la scarsezza d'interesse degli storici italiani per i problemi non esclusivamente nazionali. GmD0 QUA2ZA
SISTEH MARY Parar TBA.T3.TH, S. N. D., Italo-American Diplomatic Relations, 1861-1882, The Mission of George Perkins Marsh, First American Minister to the Kingdom of Italy, Washington, The Catholic University of America Press, 1958, in 8, pp. XVII 190. S. p.
Non ci appare strano che una suora cattolica americana, M. P. Trauth, si sia occupata con appassionata diligenza dell'opera svolta in Italia proprio da un. uomo tanto convinto protestante e tanto ostale al Papato romano come l'ambasciatore George Perkins Marsh; piuttosto ci appare strano il fatto che VA. si sia tanto immedesimata nella figura del suo personaggio da farne the righi man in the righi place al the right timo. Ciò ella fa. nonostante i limiti che gli riconosce, sia nella preparazione, sia nella attività politica.
Il giudizio della Trauth è basato su di una ricca documentazione inedita, soprattutto sulle carte dell'Archivio Nazionale di Washington (sezione Affari Esteri), ed è esposto in maniera semplice, se pure il lavoro nel suo insieme tradisca un imperfetto equilibrio tra le sue due parti, poiché spesso vien data eccessiva importanza ad episodi e polemiche di scarsa rilevanza. Ad ogni modo, questa è l'unica fonte a nostra disposizione per la conoscenza delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, dopo l'opuscolo di Livio Chersi e due articoli di rivista di IL Nelson Gay; dobbiamo dunque esser grati alla Trauth per la sua odierna fatica.
Il Marsh viene descritto come un uomo di non comune cultura, anche so non immune del tutto da pregiudizi. Egli era stato ambasciatore a Costantinopoli tra il '49 e il '53 e,
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