Rassegna storica del Risorgimento

BOURGIN GEORGES
anno <1959>   pagina <98>
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Libri e periodici
dopo una parentesi dedicata con scarsa fortuna agli affari, era rientrato nella diplomazia nel '61, In Italia divenne presto amico del Ricasoli e del Re, fu molto attivo nelle sue funzioni d'ambasciatore e diede grande importanza alla sua missióne, stilando nume­rosi e interessanti rapporti. Il suo liberalismo si basava su tre principi: il costituzio­nalismo, il protestantesimo e l'utilitarismo, quest'ultimo punto anzi era così impor­tante, ch'egli era portato a ridurre tutte le questioni in termini di dollari e di centesimi di dollaro.
Tra il '61 e il '65, costituito appena il Regno d'Italia, gh* Stati Uniti erano travagliati profondamente dalla guerra civile; importava ottenere dalle potenze il riconoscimento della Confederazione ed impedire ebe si inviassero aiuti agli Stati del Sud; inoltre dirimere tutte le questioni per lo più di carattere finanziario connesse ai danni causati dalla guerra. In questi anni il Governo italiano dimostrò la sua simpatìa per la Confederazione' e svolse pure un ruolo di mediazione tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra nella spinosa questione dell'foooma.
Delle cose italiane il Marsh dava minute relazioni al suo Governo: notava le defi­cienze dei comandi militari e della preparazione diplomatica nella guerra del '66, sottolineava la dipendenza della politica italiana da quella di Napoleone III, riferiva sull'ammirazione da cui era circondato Garibaldi nel Paese. Riguardo agli affari eccle­siastici, egli esprimeva il suo disappunto per la politica troppo benevola tenuta dal Go­verno italiano nei confronti della Chiesa, che considerava un fattore di disgregazione della società italiana. Delle relazioni economiche tra gli Stati Uniti e l'Italia il Marsh sol- J lecitava uno sviluppo, attraverso la partecipazione comune a mostre e a fiere di carattere internazionale.
Vennero strette in quegli anni fra i due Stati alcune convenzioni postali e trattati per regolare l'emigrazione, la naturalizzazione e l'estradizione di cittadini, nonché il trattato di commercio del 1871. Nelle relazioni dei due Stati con altre potenze (casi d'arbitrato, proposte per un'azione comune o concorrente, mutua assistenza) non si manifestò neanche l'ombra di attriti, se si eccettua l'incidente col Giappone (1873), del resto presto appianato.
La partecipazione del Governo americano alla vita europea si faceva intanto più stretta e l'Italia potè contare sull'opera di quello anche nella controversia di confine con la Svizzera per l'Alpe di Cravairola, risolta dal Marsh con l'arbitrato del '74.
II Marsh, convinto italofilo, rappresentò con la sua persona un fattore utile di conti­nuità nella politica reciproca di più d'un ventennio, fino alla sua morte. Dei suoi dispacci la Trauth riporta in appendice alcuni, pieni d'interesse per i giudizi che vi sono contenuti. Così il La Mar mora gli sembra incredibilmente inetto, sia come militare sia come politico; il Ricasoli invece merita le migliori lodi, come le meritano il Sella e il MinghettL Teme i folli repubblicani e ancora più il crescente prestigio morale del Papa; YItalia Irredenta per contro non lo preoccupa e del resto riconosce giuste le aspirazioni dell'Italia ad estendere il suo territorio sui territori che le appartengono geograficamente ed etnica­mente.
Ma, se le aspirazioni al Trentino sono giustificate, quelle su Trieste e l'Istria posano su differenti principi. Trieste e la zona limitrofa sono state per cinque secoli possesso austriaco. Esse facevano parte, è vero, dell'Impero romano, ma dalla sua caduta non hanno più fatto parte dell'Italia, benché parte dell'Istria appartenesse a Venezia, poiché Venezia era allora piuttosto uno Stato orientale che uno Stato italiano. La popolazione indi-gena della provincia è stava, anche se le città sono in buona parte italiane per lingua e per l'aspetto', la maggior parte degli abitanti non sono italianizzati ni pare desiderino cam­biare di sovranità. Forte l'Austria potrebbe indursi a cedere il Trentino all'Italia, se la que­stione non fosse complicata da altre pratese, mentre deve passare malto tempo prima che possa ascoltare le proposte per la cessione dei suoi importanti possessi marittimi sull'Adriatico, e Vargomento non potrà essere affrontato senza suscitare grande eccitazione nel popolo e nel governo austriaco.
Male informato, dunque, il Marsh Bulla storia e sulle condizioni della Venezia Giulia, per cui non sentiva neppure l'urgenza della soluzióne della questione adriatica
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