Rassegna storica del Risorgimento

BOURGIN GEORGES
anno <1959>   pagina <99>
immagine non disponibile

Libri e periodici 99
e vi anteponeva la soluzione dì tanti al tri problemi di politica interna. Ma, anche nella pessimìstica relazione del 1878, egli non riteneva impossibile clic un giorno o l'altro l'Italia riacquistasse U possesso deUa sua parte più orientale. SERGIO CELLA
Vltalia radicale. Carteggi di Felice Cavallotti 1867-1898 a cara di LILIANA DELLE NOGABE e STEFANO MERLI (Stadi e documenti di storia moderna e contemporanea, 1); Milano, Feltrinelli, 1959, in 8, pp. XV-403. L. 3000.
Di notevole utilità mi sembra la pubblicazione di questa scelta di carteggi del Caval­lotti: non tanto perchè ci dà una idea sufficientemente esatta dei legami, delle amicizie e degli scontri (non ci si riferisce soltanto ai duelli) del deputato milanese, quanto perchè pone, innanzi tutto, un problema storico di notevole risalto: quale è stata l'influenza del movimento radicale italiano sulla effettiva elaborazione di una polìtica di governa o nella formazione di una classe dirigente di carattere moderno? Quali debiti ha poi il movimento radicale italiano nei confronti di quello inglese, francese ecc.? Quale peso, in senso inverso, per la comprensione (o meglio svalutazióne) del movimento stesso, ebbe la cultura idealistica del primo novecento, che condannò sovente in blocco filosofia positivistica, concezioni democratiche, fermenti di giacobinismo e residui di garibaldinismo politico? n recente volume del Tagli acozzo sol Salvemini nel cinquantennio liberale affronta, sia pure di scorcio, la questione dell'insufficienza del radicalismo per una politica di ampio respiro soprattutto accettabile per i giovani tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX.
H rinnovato studio dei partiti politici ed in parte del movimento operaio italiano, che ha il suo fondamento nei saggi ormai lontani nel tempo del Rosselli e del Morandi e nelle pagine più recenti del Romano, del Manacorda, di Renato Zangheri ecc., ha portato con sé la necessità di approfondire la conoscenza di tatto lo schieramento politico italiano da Destra a Sinistra dopò l'unità e di portare alla luce documenti e carteggi al fine di meglio valutare l'apporto dei movimenti d'opposizione, costituzionale o no, in sede parlamentare o nel paese. Né era sufficiente lo stadio del movimento operaio o di quello clericale per dare una visione esatta della situazione politica italiana di quegli anni, data l'importanza della sinistra democratica, radicale, repubblicana ecc. nello Stato italiano dopo il '61.
Grande merito è questo di Stefano Merli, che ha fatto l'introduzione, e di Liliana delle Nogare di aver presentato e annotato con scrupolo filologico e storico alcune centi­naia di lettere al Cavallotti che, negli anni tra il '70 e il '900, era senz'altro la figura più rappresentativa del movimento radicale, vero bardo della democrazia.
Non tutto il materiale documentario è depositato presso la Biblioteca Feltrinelli di Milano; una parte è andata perdala per cause varie. Tra le lacune più gravi ricor­diamo quelle relative ai carteggi di Colajanni, di Bertani, di Crispi, di Carducci, ecc., che hanno impoverito di nomi illustri l'archivio Cavallotti; tuttavia le carte rimaste offrono an panorama vasto e stimolante tanto sotto il profilo politico che in sede stret­tamente culturale.
Sai diverri corrispondenti il Merli dà avvio a una serie dì considerazioni esatte ed acute, utili per la comprensione dell'esistenza stessa politica ed etica dell'esperienza radicale, sorta dall'esaurimento del periodo risorgimentale. Se ì primi personaggi che in­contriamo sono in sostanza dei vinti che hanno pagato nella storia lo scotto dell'oblio o delle posizioni subalterne e solo di recente sono stati studiati con rinnovato interesse (Guerrazzi, Bizzoni, Petraccelli della Gattina, ecc. tuttavia danno vivaci indicazioni per un ripensamento delle influenze esercitate e dei legami stabiliti nei con­fronti degli uomini della generazione post-risorgimentale; gli insegnamenti del Guerrazzi ad esempio (dalla repubblica sociale alla curiosità verso le letterature straniere) non sono lasciati cadere, ma sono portati innanzi quasi come un'eredità del byronismo guer-razziano.
Anche in questo carteggio, come in altri che abbiamo occasione di leggere per la stessa epoca, l'elemento di fondo e di frattura insieme è dato dalla campagna dei Vosgì e dalla