Rassegna storica del Risorgimento
1861-1862 ; PRUSSIA ; POLONIA ; RUSSIA
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1959
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160
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160 Angelo Tamborra
nire non lontano, quando la vera diplomazia sarà costretta a disdegnare le vuote trattative e a risolvere coi colpi dei cannoni tutte le questioni che richiedono un rapido scioglimento, allora la Polonia e FItalia lotteranno a fianco a fianco, su un solo campo di battaglia .I)
Ormai, salvo le ultime pendenze amministrative, il sipario stava rapi" damente calando su questa importante attività militare dell'emigrazione polacca su suolo italiano, anch'essa sorta sul nostro vigoroso tronco risorgimentale. Il 30 giugno Torino poteva assicurare Parigi e, per suo tramite, Pietroburgo, che la Scuola militare era stata chiusa e che degli 80 allievi la maggioranza si sarebbe diretta in Inghilterra, 13 rimanevano in Italia come rifugiati e 4 entravano nei collegi italiani. In realtà, alcuni proseguiranno per Costantinopoli, per potere essere pronti all'appello della patria in caso di insurrezione, e tutti o quasi tutti prenderanno parte, infatti, alla grande insurrezione del 186364. 2)
Pochi giorni più. tardi, l'8 luglio la Russia dava comunicazione alla Francia del riconoscimento del Regno d'Italia e il giorno 11 Rattazzi poteva darne notizia al Parlamento, assicurando come imminente quello della Prussia.
H governo di Berlino, infatti, che per primo aveva avviato queste trattative, si vide con rammarico sopravanzato dall'iniziativa della Russia, che, una volta accontentata sul punto della scuola polacca, procedette speditamente al riconoscimento e alla ripresa dei rapporti diplomatici, raccomandando una generosa sistemazione patrimoniale per i Borboni di Napoli. Esso continuò a insistere a lungo, ma, a ben vedere, senza vera convinzione, nel richiedere adeguate garanzie circa le questioni della Venezia ed anche di Roma. Ma il governo italiano, forte ormai del riconoscimento russo, non volle impegnarsi in modo esplicito. Nel riferirsi alle dichiarazioni rese alla Camera da Rattazzi il 7 marzo e alle istruzioni orientative inviate ai rappresentanti diplomatici il 20 marzo (perchè le comunicassero ai vari Gabinetti), il governo di Torino ebbe buon gioco nel richiamarsi ad esse, come ad una sorta di impegno a voler risolvere con mezzi pacifici le questioni di Roma e della Venezia. s) Questo poteva bastare e, infatti, la Prussia, le cui riluttanze apparivano sempre più formali, finì per aderire a questo punto di vista e il 18 luglio 1862 anche il riconoscimento da parte della Prussia era un fatto compiuto.
1) Corrispondenza polacca cit., p, 98; VOpbrdon nationah, 1 luglio 1862.
2) I Documenti diplomatici italiani eh., voi. II, p. 478, Durando a Nigra, 30 giugno 1862; F. SOKVLSKX, W kraju i nad Bosforani (1830-1881), Breslavia, 1951, p. 91; Wz.. Mi-GKXEWICZ, Pamtfpiiki eh., p. 223: quando l'insurrezione scoppiò gli allievi di Cuneo terminarono la loro preparatone in patria, e molti di loro trovarono morte gloriosa .
*) I Documenti diplomatici italiani cit., voi. II, Circolare Rattazzi 20 marzo 1862, p. 228; Die auno. Politile cit., voL II, 2, Bernstorff a Wertes a Vienna, 21 luglio 1862, p. 710.