Rassegna storica del Risorgimento
SOLFERINO E SAN MARTINO
anno
<
1959
>
pagina
<
246
>
246
Libri e periodici
ispirargli la contezza di nuovi doveri, oltre l'amicizia contratta con un piccolo nucleo scelto di condiscepoli, tutti d'intelletto indipendente e tutti pur anelanti a cose nuove, gli giovò sommamente rincontro con Dante e con il Foscolo, dapprima, e poco dopo con il Vico, con il Cuoco, il Monti, lo Scott, lo Schlegel, il Byron, il Condorcct, il Lessing, Madame de Staèl e altri spiriti generosi contemporanei, i cui nomi s'incontrano spesso nel suo primo articolo letterario, non pubblicato, del 1827, Dell'amor patrio di Dante, in cui son enunciati concetti che troveranno, con l'andar degli anni, ulteriori sviluppi, quali: la storia intesa come lenta evoluzione, la capacità di perfezionamento estesa dall'uomo alla intera umanità e lo studio dei tempi in cui son composte le opere d'arte e della vita degli autori considerato come condizione essenzialmente necessaria per una esatta interpretazione critica.
La mancata pubblicazione dell'articolo, di cui abbiam fatto cenno, le esperienze che al Mazzini e al gruppo dei suoi amici giungevano dalla Francia soprattutto attraverso la lettura de Le Globe e il possesso sempre più sicuro di idee e di convinzioni da divulgare e da difendere, poiché era allora chiusa ogni via di azione, furon le ragioni che proposero il problema a quei giovani di poter in qualche modo disporre di un giornale. Si iniziò cosi la loro attività giornalistica nel maggio del 1828: dapprima con notizie rapide bibliografiche e di cronaca teatrale su di un giornaletto d'annunzi mercantili, L'indicatore Genovese', ma, trasformatosi esso, poco dopo, per loro impulso, in un vero giornale letterario, con una assidua collaborazione sino alla sua soppressione per ordine superiore (20 dicembre 1828), partecipando, spesso anche ascoltati, ai dibattiti culturali e, indirettamente, politici di quegli anni. Assai discussa vi fu, tra l'altro, la controversia tra classici e romantici, alla quale, a dir il vero, il Mazzini non prese parte molto viva, ad eccezione di quando ai decise a ribattere l'ingiusta accusa del Botta; ed è degno di nota il fatto che essi, pur dichiarandosi neutrali e di volersi tenere di mezzo tra gli eccessi dei due partiti, in alcune loro pagine diedero prova di aver approfondito la questione e di saper valutare con una chiarezza d'idee considerevole, data hi loro età, i termini della contesa. Non ci è possibile seguire il Carmignani nelle minute analisi ch'egli fa degli scritti, sull'argomento, dei nostri giovani ardimentosi, di cui traccia succosi ma limpidi profili (molti loro saggi son riportati in apposita appendice, e in ciò sta pure la novità, tra l'altro, del suo pregevole lavoro); ma dobbiamo per lo meno rilevare che alcuni motivi particolarmente notevoli, anche perchè dimostrano che si andava a mano a mano sfaldando in loro il fondo settecentesco, si sprigionarono dalla disputa, quali l'avversione ad ogni precetto e il profondo rispetto per l'atto creativo dell'artista ( la poesia è libera come l'anima donde ha vita... la poesia ha leggi, ma non Ba codice : son le parole di un di loro, il piò penetrante), a patto per altro che egli non vaghi nello strano, nel capriccioso, nel falso, ma dia pensieri che fecondino l'intelletto e commuovano il cuore e si faccia interprete eloquente degli affetti, dei bisogni, delle idee, del movimento sociale . Si andava, cosi, sotto l'influenza delle dottrine che i giovani giornalisti assorbivano dalla Francia e dalla Germania, propugnando l'avvento di una nnova letteratura e, per i nessi che essi coglievano tra la letteratura e la vita etica e politica, di una nuova realtà sociale e nazionale. In una recensione, degna di essere ricordata per rilevante indipendenza di giudizio, del Mazzini, sulla oc Storia della letteratura antica e moderna dello Schlegel, già ai fa presente la necessità, ce poiché tutti i popoli in fatto di civiltà presentano punti importanti di ri avvici uà mento (son sue parole), di eliminare dalla vita di essi ogni residuo particolaristico in nome del vincolo europeo .
Ma un ideal nuovo di vita europea si fa strada segnatamente nel secondo Indi' catare, H Livornese, che in verità non può definirsi un giornale mazziniano, ma che, propriamente, fu una continuazione del primo per la collaborazione datavi dai redattori genovesi. Il sentimento del hello difeso con tanto calore dai nostri giovani nel periodico precedente acquista qui un valore comprensivo di tutti gli aspetti della vita, diventa l' ansia dell'anima a un ideale di purezza e di bene , si tramata in entusiasmo , da cui traggono origine le virtù magnanime. Con la visione spiritualistica e attivistica della vita si accompagna (comt acutamente annota l'A.) la concezione pedagogica dell'educazione concepita come ano stato di tensione e di creazione interiore. La letteratura non vien più considerata per se sola, staccata dalla coopcrazione di tutti gli istituti umani, i quali invece