Rassegna storica del Risorgimento
SOLFERINO E SAN MARTINO
anno
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1959
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pagina
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247
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Libri e periodici 247
devono, per converso, tendere unitamente ad un finale principio: in conclusione, il Bello ai identifica con l'utile. Da quest'ordine concettuale parte il Mazzini nella sua recensione del Faust nella traduzione del Gerard del maggio del 1829 nella quale introduce la dot* trina del Genio, dottrina che riprende idee ricorrenti nella letteratura romantica, ma che non manca di originalità in quanto egli intende il genio, nella sua essenza, come il mortale che s'innalza gigante al di sopra dell'opera umana, poiché ha la facoltà di sollevarci con le sue creazioni dai freddi calcoli della vita individuale e da tutto ciò che è egoismo per infiammarci a considerazioni ed effetti di natura universale. Soprattutto la conclusione merita di essere qui ricordata, e cioè che il Goethe, dipingendo i traviamenti e i tristi destini del Genio isolato ha cantato la necessità di un affetto che alleghi i mortali fraternamente, e ha perciò celebrato l'ufficio funebre ad una età ormai sepolta. Questa pur or cominciata saprà fondere la concordia di voti e di opere che a quella era mancata.
L'opposizione ad ogni individualità dominatrice, l'affermazione del principio che l'azione deve mirare segnatamente all'universale vantaggio e la necessità dell'affratellamento sono i motivi che predominano nella collaborazione data dal Mazzini all'antologia fiorentina dopo la fine dell'JndTieotore Livornese (8 febbraio 1830).
L'articolo Della letteratura Europea , in cui egli mostra una vasta conoscenza delle più diverse civiltà di tutti i tempi, accompagnata da una capacità sintetica non comune, si chiude per l'appunto con un'esortazione che (come saviamente avverte il Carmi-guani) è un atto insieme di certezza e di fede, nel quale, oltre altri influssi evidenti, è possibile, forse, cogliere l'essenza del vichianesimo mazziniano. Non abbiam noi sortito comune origine, comuni bisogni, comuni facoltà? Non splende a noi tutti sulla fronte un segno, che ci dice fratelli?... Amiamoci: i viventi son nati all'amore; uniamoci: noi saremo più forti . Perciò bisogna deporre ogni pregiudizio nazionale e non disprezzare quanto di bello e di vero si crei sotto altri cieli; perciò, poiché esiste in Europa una concordia di desideri e un comune pensiero, la letteratura dovrà inviscerarsi in questa tendenza, aiutarla, dirigerla , dovrà farsi Europea .
Con l'articolo successivo,Del dramma storico, la teoria mazziniana dello scrittore letterato e filosofo si concreta definitivamente. La poesia dovrà rigenerarsi e alzarsi alla altezza della filosofia per divenire forza propulsiva deff'incàviliinento moderno; dovrà cioè farsi legge di umanità. H lavoro che meglio risponde all'intento di ammaestrare la vita è, per lui, il dramma, il quale rappresenta la vita, poiché la vita è un dramma. Ma il dramma storico deve, per mezzo del sentimento, sottostare alle condizioni e alle esigenze della società moderna. Destinato al popolo, esso deve non dar movimento ad un individuo, ma a un fatto e di quel fatto deve riprodurre l'epoca e i caratteri di quell'epoca e di quella nazione. Il nostro dramma romantico (egli afferma) è ancora troppo superficiale; è più romantico nella forma che nell'idea . Nel dramma del Manzoni, ad esempio, si trovano tutti i caratteri della tragedia romantica, ma non portati agli sviluppi di cui sono capaci: c'è insomma il pensiero dell'epoca, ma in embrione, in compendio. E se non vi manca lo scopo morale, vi manca per altro l'identità tra realtà storica e vero ideale, con la conseguenza di non provocare nel lettore una vera emozione tragica. Il dramma, insomma, deve mirare all'uomo, miniatura di tutte le leggi eterne, universe, invariabili : dev'essere un irraggiamento dell'umanità, un riflesso e un'espressione di quello spirito universale che la religione traduce in coscienza, la filosofia in idea, la storia in fatti, l'arte in rappresentazioni di immagini .
Nasceva cosi un romanticismo di tipo eroico e messianico che restituiva al classicismo il suo contenuto passionale, ma lo volgeva al raggiungimento di altri fini; una nuova corrente romantica, che, manifestatasi con la collaborazione del Mazzini e dei suoi amici ai due Indicatori e all''Antologia, avrà la sua definizione con la Giovine Italia.
Sono questi i punti essenzialiasi mi, qui toccati alla lesta, del denso volume del Carmignani (di molti altri, assai significativi, ho dovuto tacere per dovere di brevità): volume informatissimo, vivo, spigliato e condotto con vigilante avvedutezza critica. Mentre attendiamo con ansia quelli che seguiranno auguriamo di cuore a questo primo frutto della sua nobilissima fatica la più larga diffusione. MASINO CIHAVEGNÀ.